(ANSA) - ANCONA, 24 APR - Porto di Ancona con nave portacontainer in partenza.

L’Agenzia delle Dogane ha esteso la portata della metodologia a vantaggio della tempistica delle operazioni. Estesa la procedura di sdoganamento in mare. A stabilirlo un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Dogane che amplia la portata operativa della procedura sperimentale, operativa da circa 24 mesi. L’iniziativa, nota con il termine tecnico di Preclearing, prevede la presentazione delle dichiarazioni doganali di importazione in anticipo rispetto all’arrivo della nave.

 

Direttive Ue e disposizioni nazionali

 

La nuova procedura, che si avvale del sistema di monitoraggio marittimo delle Capitanerie di Porto, introdotto con il decreto legislativo n. 196 del 2005, in attuazione di una direttiva comunitaria, ha interessato fino a oggi dieci tra i maggiori scali portuali e ad usufruirne sono state circa 3.500 navi. Dal 2008 è attiva una analoga procedura di sdoganamento in volo che coinvolge gli aeroporti italiani ed è stata introdotta in collaborazione con Assaeroporti, Associazione italiana gestori Aeroporti, e i corrieri aerei.

 

Le novità in vigore da aprile

 

Una nuova possibilità per attivare lo sdoganamento in mare è stata introdotta di recente. Grazie a questa novità è possibile richiedere l’ammissione alla procedura anche nel caso in cui il porto precedente allo sbarco, per cui si attiva la richiesta, faccia parte dell’Unione europea e se il tempo che intercorre tra la partenza della nave e l’arrivo a destinazione sia inferiore alle sei ore. La nuova opportunità va ad aggiungersi alle altre già previste e operative da due anni: destinazione diretta, da porti esteri una volta superati gli stretti di Suez, Gibilterra e Dardanelli; dopo la partenza dal porto immediatamente precedente.

 

Perché lo sdoganamento in mare

 

Il provvedimento adottato dall’Agenzia delle Dogane consente di estendere i vantaggi dello sdoganamento in mare. E questo anche nel caso in cui una nave cargo, una volta entrata nel Mediterraneo e in arrivo dal Sudamerica, ad esempio, abbia in programma di fare tappa in diversi scali nel territorio nazionale e dell’Unione europea, tra loro molto ravvicinati (ad es. La Spezia e Genova), al punto tale da non consentire la programmazione anticipata della fluidità delle operazioni di banchina. Grazie alle sei ore di anticipazione, poi, ogni “porto-fermata” di sbarco per le merci estere potrà avvalersi, per quanto ravvicinata, dei vantaggi di programmazione organizzativa connessi allo sdoganamento in mare.

 

Riduzione del carico di lavoro per le Amministrazioni

 

Lo sdoganamento in mare è una operazione che è stata adottata per i suoi indubitabili vantaggi. I benefici, in termini di semplificazione amministrativa, hanno ricadute positive sia sulle Amministrazioni pubbliche deputate ai controlli che sugli operatori economici. Per non parlare di quelle sul sistema della logistica portuale nel suo complesso. Infatti dato che le dichiarazioni di importazioni possono essere trasmesse mentre le merci sono ancora in viaggio verso i porti nazionali, a bordo di navi provenienti dall’estero, le Amministrazioni coinvolte nello Sportello Doganale possono anticipare l’analisi dei rischi e svincolare, prima dell’arrivo, le merci per le quali non è richiesto un controllo.

 

Riduzione di costi per le imprese commerciali

 

Riduzione dei tempi e razionalizzazione della filiera operativa delle attività connesse allo sdoganamento. Sono i due vantaggi di rilevo della procedura che si fonda sulla completa digitalizzazione dei “cargo manifest” cioè delle dichiarazioni doganali. Una opportunità per rilanciare le attività commerciali a carattere marittimo degli operatori economici con evidenti benefici in termini di costi per le aziende direttamente coinvolte nello shipping e per quelle collegate.

 

Vantaggi per il sistema della logistica

 

Il nuovo sistema amplifica, attraverso la fluidità del traffico, la potenzialità dei porti nazionali a tutto vantaggio del sistema logistico nazionale. Senza poi considerare il ruolo delle c.d. “autostrade del mare”, ossia quelle rotte privilegiate per il cabotaggio interno, che consentono di trasferire dai camion alla nave la maggior parte di traffico compatibile con l’intermodalità marittima. I porti italiani, secondo la classificazione contenuta nel piano generale dei Trasporti, sono “complessi economico-territoriali che – imperniati sul porto in quanto termine fondamentale – realizzano un modello organico di offerta di trasporto con integrazione mare-strada-ferrovia-idrovia (aereo) in termini di strategia produttiva globale”.

 

In base all’articolazione geografica e alle principali direttrici strutturali del territorio nazionale, i sistemi portuali si identificano in:

 

 

  • mar Ligure;
  • alto e medio Tirreno;
  • basso Tirreno;
  • Ionio e Adriatico;
  • medio Adriatico;
  • alto Adriatico;
  • Sicilia;
  • Sardegna.

 

Gli interventi a livello comunitario

 

La procedura di sdoganamento anticipato, in termine tecnico Preclearing, rappresenta, insieme allo Sportello Unico Doganale, un ulteriore passo avanti nella semplificazione della procedura amministrativa. Uno snellimento procedurale reso possibile grazie anche agli interventi che sono stati attuati a livello comunitario con due direttive, la 2002/59/CE e la 2014/100/UE. Monitorare le acque e le coste europee (sorveglianza e conoscenza della situazione marittima, ossia le posizioni delle navi), supportando i Paesi dell’Unione europea nelle loro operazioni. Con questo obiettivo è stata approvata la direttiva 2002/59/CE, modificata dalla direttiva 2014/100/UE, che permette di integrare le informazioni che sono state raccolte e scambiate con il sistema comunitario SafeSeaNet con i dati comunicati da altri sistemi di monitoraggio e tracciamento dell’UE, (es. CleanSeaNet) e da sistemi esterni (ad esempio, AIS il sistema satellitare di identificazione automatica). Proprio questa ultima direttiva definisce le responsabilità dei Paesi, delle autorità marittime, degli spedizionieri, operatori marittimi e comandanti di navi dell’Unione europea.

 

Fonti consultate

 

Agenzia delle Dogane

 

“Indagine conoscitiva nel settore dei servizi portuali” a cura dell’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato