apprendisti, apprendistatoGli apprendistati devono rimanere opportunità formative, non devono essere utilizzati come fonti di lavoro precario, non devono sostituire posizioni professionali, devono garantire condizioni di lavoro dignitose e diritti agli studenti.

 

Lo scorso 12 aprile 2016 il Parlamento Europeo ha approvato una importante “Risoluzione sul programma Erasmus + e altri strumenti per promuovere la mobilità in materia di IFP (Istruzione e Formazione Professionale) – Un approccio di apprendimento permanente.

 

La risoluzione, pur riferendosi in particolare al programma dell’Unione per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport denominato Erasmus +, adottato con regolamento (UE) n. 1288/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2013, contiene importanti affermazioni e inviti agli Stati membri in tema di apprendistati e tirocini.

 

In particolare:

 

 

  • gli apprendistati devono rimanere opportunità formative
  • gli apprendisti nell’ambito di percorsi di istruzione e formazione professionale, sono studenti
  • gli studenti in apprendistato non devono sostituire posizioni professionali
  • agli studenti in apprendistato in apprendistato devono essere garantiti condizioni di lavoro dignitose e diritti, inclusi i diritti finanziari e correlati alla retribuzione

 

 

Il parlamento, inoltre, incoraggia la Commissione e gli Stati membri a prendere misure concrete per garantire che non si faccia un uso scorretto degli apprendistati e dei tirocini trasformandoli in uno strumento per ridurre il costo del lavoro.

 

In Italia ricordiamo che con i provvedimenti applicativi del Jobs Act i giovani impegnati in percorsi per l’acquisizione di titoli di studio o professionalizzanti sono considerati lavoratori a tutti gli effetti, è stato eliminato qualsiasi riferimento ai diritti degli studenti in apprendistato, sono stati previsti incentivi molto rilevanti per i datori di lavoro che assumono con contratto di apprendistato di promo e terzo livello. A tutto ciò occorre aggiungere che sia il Jobs Act che la legge 107/15 ignorano totalmente le problematiche connesse all’obbligo di istruzione, mentre si confermano e si aggravano le norme sull’abbassamento dell’età di accesso al lavoro (15 anni che però nella sperimentazione dell’apprendistato nell’IeFP è preceduta da 400 ore di alternanza scuola lavoro a 14 anni o anche prima per gli anticipatari)

 

La risoluzione del Parlamento, pur avendo carattere di invito alle autorità competenti a livello nazionale ed europeo e pur non essendo condivisibile in tutte le sue parti, testimonia un approccio assai diverso, riguardo alla complessa problematica del rapporto tra istruzione e lavoro, non solo con le scelte del governo italiano ma anche con le recenti raccomandazioni della Consiglio dell’Unione Europea al nostro Paese. A tal proposito segnaliamo il documento di lavoro dei servizi della Commissione Europea contenente la relazione 2016 sull’Italia (Country report 2016), che testimonia un livello di conoscenza della realtà dell’Istruzione dell’Italia di unasuperficialità sorprendente e allarmante.