manifestazioneSciopero nazionale generale della Scuola, Università, Ricerca e AFAM proclamato per venerdì 20 maggio: ecco perché bisogna aderire.

 

Per il contratto non rinnovato da sette anni. La Corte costituzionale e una successiva pronuncia del Tribunale di Roma hanno sentenziato l’illegittimità di ulteriori rinvii.

 

Per il personale amministrativo tecnico e ausiliario (ATA), ignorato dalla 107 ma oggetto di attenzioni inaccettabili dalle varie leggi di Stabilità che tagliano l’organico, riducono la possibilità di sostituire il personale assente, riversano sulle segreterie scolastiche profluvi di adempimenti che nulla hanno a che fare con la funzione istituzionale della scuola.

 

Per la scomparsa completa e definitiva del lavoro precario attraverso il riconoscimento pieno di chi ha maturato diritti all’impiego per aver prestato servizio per almeno 36 mesi (limite imposto dalla Corte di Giustizia europea) da supplente e per aver acquisito titoli validi alla stabilizzazione.

 

Per una valorizzazione della professione docente, centrata – diversamente da quanto prevede la legge 107 – sulla valutazione del lavoro collegiale e sull’impegno individuale, alleggerito dagli attuali eccessi burocratici – attraverso l’introduzione di meccanismi oggettivi di progressione della carriera da definirsi in ambito contrattuale. Il salario va ricondotto all’accordo fra le parti e sottratto all’arbitrio di un organo monocratico.

 

Per la libertà d’insegnamento e l’imparzialità della Pubblica Amministrazione, incompatibili con la “chiamata diretta” dei docenti da parte del dirigente scolastico.

 

Per i dirigenti scolastici. Non è più accettabile la sperequazione con la dirigenza pubblica, né il sovraccarico di incombenze e responsabilità cui fa riscontro un calo delle retribuzioni percepite.

 

Per investimenti nell’istruzione che colmi il gap con la media degli investimenti dei paesi Ocse (5,9%) incrementandoli di un punto di PIL.

 

Per la cancellazione della cosiddetta riforma Brunetta e contro ogni tentativo di applicarla attraverso le deleghe Madia.

 

Per lo stanziamento di risorse per rinnovare i contratti dei dipendenti pubblici e per ripristinare la corretta dinamica salariale dei docenti universitari.

 

Per lo sblocco della contrattazione integrativa e la piena contrattualizzazione del rapporto di lavoro.

 

Per la stabilizzazione e il diritto alla carriera dei lavoratori precari.

 

Per finanziamenti adeguati al sistema dell’istruzione e della ricerca pubblica.

 

Per lo sblocco del turn-over ed un piano di assunzioni straordinarie in tutti i settori della conoscenza.

 

Per un sistema di valutazione completamente diverso da quello attuale che risulta essere solo punitivo, dannoso, sbagliato e farraginoso.