Il GIP e la Procura della Repubblica hanno entrambi dichiarato che tutta l’area di costruzione attorno a Borgo Berga è una “lottizzazione abusiva”, eppure il sequestro è stato disposto solo per un’area in cui il permesso di costruire non è mai stato chiesto. Come ha intenzione di muoversi la Procura?
Legambiente Vicenza, Italia Nostra sezione di Vicenza e Comitato contro gli Abusi Edilizi ritornano sulla questione “Borgo Berga”. A inizio aprile le tre realtà, insieme a Legambiente Veneto hanno fatto richiesta, al Procuratore di Vicenza, di ampliamento di sequestro a tutta l’area, ma tutto è ancora fermo.
Ma torniamo un attimo indietro sulla vicenda: Borgo Berga ha visto l’inizio dei lavori nel 2011, in una zona in cui prima sorgeva l’opificio tessile Cotorossi, alla confluenza dei fiumi Retrone e Bacchiglione e ha preso il nome dall’antico quartiere che l’ha ospitato. Si tratta di un’area tra la villa La Rotonda del Palladio e Monte Berico, che introduce al centro della città di Vicenza, un’area prima fatta di casette e ville gentilizie, ora interrotta da questo enorme ammasso di cemento.
Ma l’aspetto paesaggistico sembra quasi essere messo in secondo piano rispetto alle innumerevoli violazioni delle norme edilizie e ambientali che sono state compiute per portare a termine il progetto. In primo luogo viene contestato da più parti che l’opera è stata realizzata su un’area definita “ad alta pericolosità idraulica” e la cosa è stata fatta, tra l’altro, senza individuare misure compensative e mitigative in grado di ridurre tale rischio, soprattutto in relazione alle superfici di nuova cementificazione realizzate. A questo si aggiunge il non rispetto della distanza degli edifici dai due corsi d’acqua che li circondano per gran parte del loro perimetro, secondo quanto previsto dal Regio Decreto 523/1904.
La Procura della Repubblica è arrivata, nel 2015, a contestare, per tutta la superficie di costruzione (edifici residenziali, commerciali e uffici, opere in via di realizzazione, altre ancora da realizzare, ma anche il nuovo Tribunale di Vicenza e un grande supermercato, già conclusi), il reato di “lottizzazione abusiva”.
Nonostante questo, nel novembre 2015, il GIP ha disposto, il sequestro preventivo solo parziale dell’opera, che ha riguardato un lotto per il quale non è mai stato chiesto il permesso di costruire. Luigi Lazzaro, Presidente di Legambiente Veneto si chiede: «Tutto ciò non è abbastanza anomalo? Soprattutto se si considera il fatto che il sequestro preventivo ha lo scopo di impedire che qualsiasi eventuale situazione posta in essere possa aggravare o perpetuare le conseguenze del reato in oggetto, o permettere che ne vengano commessi altri».
Oltretutto, a quanto risulta, è stato autorizzato, proprio attraverso il lotto sequestrato, il passaggio di mezzi con lo scopo di concludere i lavori in un altro lotto ancora in via di realizzazione, lavori che, come affermano i rappresentanti delle associazioni: «a rigor di logica possono essere considerati illegittimi».
In conseguenza proprio di questo Legambiente Vicenza, Italia Nostra sezione di Vicenza e Comitato contro gli Abusi Edilizi, successivamente hanno chiesto che il sequestro fosse ampliato a tutta l’area, atteso che può essere disposto anche agli edifici terminati e venduti. Ora anche Legambiente Nazionale si unisce a queste preoccupazioni e chiede che sia fatta luce sulle violazioni compiute, che i responsabili vengano individuati e puniti dalla legge e che le normative, anche in fase di sequestro, vengano rispettate alla lettera.
Adriano Battagin, Presidente di Legambiente Vicenza, racconta: «recentemente a peggiorare la situazione si è aggiunta la notizia, diffusa dalla stampa, che anticipa l’intenzione dell’Agenzia delle Entrate di trasferire la propria sede proprio all’interno della nuova lottizzazione di Borgo Berga».
Altrettanto recente è la notizia dell’iscrizione al registro degli indagati, di altre 17 persone, che si aggiungono al primo indagato, Antonio Bortoli, all’epoca dei fatti direttore del settore Urbanistica per il Comune di Vicenza. Non è ancora dato sapere chi siano i soggetti in questione, non essendo ancora stato recapitato loro l’avviso di garanzia.
Sembra che delle responsabilità si profilino all’orizzonte, ma servono fatti certi e azioni decise per fermare i lavori prima che vengano rilasciate nuove autorizzazioni a costruire, dopo che quelle attualmente valide scadranno a novembre di quest’anno. Legambiente Nazionale e le realtà del territorio, che hanno dato vita anche ad una campagna di crowdfunding (ABBATTIAMO GLI ABUSI! Cosa pagheresti per vederlo sparire?) per coinvolgere la popolazione locale e raccogliere fondi per la causa, auspicano che qualche nuovo coraggioso passo possa essere fatto verso la legalità e la tutela del territorio.
«L’abusivismo edilizio è una piaga nazionale. Può prendere forme diverse al sud e al nord, ma l’operazione immobiliare di Borgo Berga è l’esempio di come aggressione al territorio e raggiro delle leggi non risparmino nessuna area del paese – dichiara Laura Biffi, responsabile abusivismo edilizio dell’Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente -. Per questo riteniamo che debba avere la stessa attenzione che di solito si riserva agli abusi più eclatanti, come gli alberghi e le villettopoli sul mare che negli ultimi decenni hanno sfregiato le località più belle del meridione. Ci preoccupa la scelta di un sequestro parziale che consente ai cantieri di continuare a lavorare, nonostante la Procura parli di lottizzazione abusiva per l’intera area. Auspichiamo che la situazione si chiarisca al più presto e che venga ripristinata la legalità violata da interessi privati illegittimi».