fondi sanitari regionaliUn registro del personale ispettivo, organizzato presso l’Anac, per monitorare il grado di attuazione delle misure di trasparenza, integrità e prevenzione della corruzione da parte degli enti del Sevizio sanitario nazionale; un gruppo di lavoro paritetico, denominato ‘NuOC’ (Nucleo operativo di coordinamento), composto da tre rappresentanti del ministero della Salute, tre di Anac e tre di Agenas, per realizzare un programma di verifica speciale nel settore sanitario e per l’individuazione di soggetti da sottoporre a ispezione; una modulistica standard, resa disponibile sul sito istituzionale dell’Agenas, per favorire l’implementazione di un flusso di informazioni su cui poter orientare le attività di controllo. Sono alcuni dei punti contenuti nel protocollo d’intesa firmato questa mattina a Roma dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e dal presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, per istituire una task force deputata ai controlli presso le aziende sanitarie sulla corretta applicazione del Piano nazionale Anticorruzione-sezione sanità, di recente approvato.

 

“Questo passo- ha detto Lorenzin- è estremamente importante e significativo perché diamo attuazione alla parte non solo programmatica e di indirizzo, ma anche a quella di monitoraggio e controllo. Spesso il rischio che arriva dalle norme centrali, infatti, è che queste non abbiano poi ricaduta puntuale nei territori. L’idea di questa task force mista, composta dagli ispettori di Anac, ministero della Salute, Agenas e dai carabinieri dei Nas, è proprio quella di andare a verificare che puntualmente ci sia un’attuazione del protocollo anti-corruzione. Per noi questa non è una fase repressiva, ma una fase di prevenzione”.

 

Secondo il ministro, c’è quindi bisogno di cambiare l’approccio culturale perché “in alcuni casi- ha proseguito- dove si verificano delle inefficienze che arrivano fino alla corruzione, non c’è neanche consapevolezza del fatto che non si stanno rispettando regole o che si hanno comportamenti lesivi. Vogliamo lavorare molto sulla repressione, facendo ‘vivere’ questo Piano tra gli operatori e sensibilizzando i cittadini in modo che queste diventino buone pratiche da mettere in campo normalmente. Per fare questo, ci deve essere una presa di responsabilità di tutti gli operatori in campo e bisogna fare in modo che queste norme vengano recepite in ogni struttura. Per questo ringrazio veramente il presidente dell’Anac Cantone per il suo contributo, arrivato in una fase molto importante della realizzazione del Patto della salute, perché si inserisce in una fase di riorganizzazione delle strutture, di certificazione dei servizi, di monitoraggio della qualità e di attuazione delle norme. Dagli appalti alle liste d’attesa, quindi, speriamo di riuscire a dare un’uniformità e un’omogeneità dei livelli di controllo in modo che ci sia sempre di più l’assicurazione di servizi erogati nel modo giusto e la partecipazione da parte degli operatori alla formazione di questo processo culturale”.

 

Ha aggiunto Cantone: “Il protocollo di oggi rappresenta un completamento fondamentale di un percorso già iniziato- ha detto- perché passiamo dalle chiacchiere ai fatti con controlli concreti, che attueremo con soggetti che hanno una competenza specifica nella sanità. Tali soggetti sono i nostri ispettori, messi in campo dal ministero e da Agenas, che ci consentiranno di vedere come quelle misure pensate per la prevenzione nella corruzione siano state coniugate nella pratica. Credo che questo sia un passaggio veramente centrale, con il quale ci giochiamo un po’ di nostra credibilità: questo piano della prevenzione alla corruzione è fatto bene- ha sottolineato il presidente di Anac- mentre i precedenti erano ‘carte’ piuttosto generiche. In questo nuovo piano ci sono invece i rischi e le misure, poi certo, non siamo in grado di dire se dall’oggi al domani potrà funzionare, perché gli effetti si vedranno nel lungo periodo, ma di certo potremo capire andando a verificare nei luoghi come avverranno. In che modo? Individuando anche in base ai dati forniti dal ministero dove andare ad effettuare i controlli, con una logica che non deve essere causale ma si scelta intelligente”. Cantone ha poi raccontato di essere stato contattato all’inizio della sua presidenza all’Anac dal direttore di Agenas, Francesco Bevere, per “provare a lavorare sulla salute mettendo in campo dei tavoli. Ma ammetto che rimasi perplesso- ha aggiunto- perché l’idea dei tavoli la consideravo molto ‘romana’ e molto ‘ministeriale’ e non mi piaceva neanche un po’. Per me l’idea dei tavoli, insomma, significava perdere tempo. In questo caso, invece, ha dato dei frutti: Agenas ha infatti messo in campo una serie di attività vere, avendo come supporto il ministro Lorenzin, che voglio davvero ringraziare. Per noi il Piano di prevenzione alla corruzione in sanità rappresenta un vero e proprio progetto pilota fondamentale, perché è realizzato con chi conosce il settore e con chi vuole mettere in evidenza le criticita`. Alcuni dati lanciati sulla corruzione in questo settore sono assolutamente senza fondamento e finché lasciamo spazio a chi i dati se li inventa, vuol dire forse che noi non siamo in grado di elaborarli. Allora- ha concluso- ora proviamo noi a fare questa valutazione”.