deflazione-effetti-conseguenzeIl Governo resta cauto sulle pensioni nel Def 2016. Nel Piano Nazionale di Riforma, uno dei provvedimenti che compongono il Documento di Economia e Finanza approvato dal Cdm Venerdì scorso assieme al Programma di Stabilità dell’Italia e alle Analisi e alle tendenze di finanza pubblica, il Governo resta cauto sulla possibilità di rivedere la Legge Fornero sulle pensioni. L’esecutivo – si legge a pagina 81 del PNR – valuterà, nell’ambito delle politiche previdenziali, la fattibilità di interventi volti a favorire una maggiore flessibilità nelle scelte individuali, salvaguardando la sostenibilità finanziaria e il corretto equilibrio nei rapporti tra generazioni, peraltro già garantiti dagli interventi di riforma che si sono susseguiti dal 1995 ad oggi“. Per il resto il documento non contiene particolari novità se non la stima dei costi degli interventi già previsti a legislazione vigente di recente modificata dalla legge di stabilità. Sono previsti, pertanto, stanziamenti per garantire l’accesso all’opzione donna alle lavoratrici sino al 31 dicembre 2015 ripristinando lo spirito della legge 243/04, interventi in favore dei lavoratori salvaguardati (170 mila a regime), il part-time per i lavoratori vicino alla pensione, i costi e i benefici derivanti dalla razionalizzazione dei trattamenti previdenziali e assistenziali contenuti nel ddl delega sulla povertà che il Governo punta ad approvare entro Giugno.

 

Il Documento, inoltre, certifica i risparmi pensionistici derivanti da una misura già attuata con l’ultima legge di stabilità con la quale, l’esecutivo, ha prorogato per un biennio, sino al 31 dicembre 2018, il meccanismo di perequazione delle pensioni risalenti alla legge 147/2013. Nel Documento si certifica, quindi un risparmio di spesa che ammonta a circa 355 milioni nel 2017 e circa 750 milioni nel 2018. Ma non è in arrivo alcuna ulteriore stretta sulla rivalutazione rispetto alla normativa attuale che prevede, per l’appunto, sino al 31 dicembre 2018 una perequazione piena all’inflazione per le pensioni di importo fino a tre volte il trattamento minimo; al 95% per le pensioni di importo superiore e sino a quattro volte il trattamento minimo; al 75% per quelle di importo superiore e sino a cinque volte il minimo; al 50 % per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il minimo e al 45% per i trattamenti superiori a 6 volte il trattamento minimo inps.

 

Parzialmente positivo il giudizio del Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, al testo del Def. “In una delle versioni e’ positivamente contenuto il riferimento, da noi richiesto, al tema delle pensioni, che recita: “la fattibilita’ di interventi sulla previdenza volti a favorire una maggiore flessibilita’ nelle scelte individuali”. Si tratta di una prima indicazione che andra’ resa concreta con l’iniziativa parlamentare e sociale dei prossimi mesi”. “Negativo, invece, – spiega – per quanto riguarda la parte del provvedimento sulla poverta’, e’ il permanere di un riferimento alla razionalizzazione degli interventi anche di natura previdenziale. Noi cancelleremo, con un emendamento, il testo della Delega sulla poverta’ che allude ad un intervento sulle pensioni di reversibilita’ e lo faremo, a questo punto, anche per il DEF”. “Poiche’ il Governo ha dichiarato, a partire dal Premier Renzi, di non avere alcuna intenzione di toccare la reversibilita’, dovrebbe essere piu’ attento e conseguente quando redige i testi dei provvedimenti”.

 

Damiano ricorda inoltre che il Governo dovrà chiarire “come intende risolvere il problema dell’uniformita’ di trattamento della pensione anticipata posto dall’Europa (attualmente occorrono 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 e 10 mesi per gli uomini). Noi proponiamo di abbassarli a 41 per tutti: in caso contrario, l’innalzamento di un anni dei contributi delle donne cancellerebbe di colpo tutti i buoni propositi di miglioramento del sistema previdenziale”.