La corruzione in sanità sottrae fino a 6 miliardi l’anno all’innovazione e alle cure dei pazienti. E in una azienda sanitaria su tre (37%) si sono verificati episodi di corruzione negli ultimi 5 anni, che non sono stati affrontati in maniera appropriata. Lo affermano i dirigenti delle 151 strutture sanitarie che hanno partecipato all’indagine sulla percezione della corruzione, realizzata da Transparency International Italia, Censis, Ispe-Sanità e Rissc. I dati, contenuti nel rapporto ‘Curiamo la corruzione‘, sono stati presentati oggi a Roma, presso il Tempio di Adriano, in occasione della prima Giornata nazionale contro la corruzione in sanità.
“La sanità, per l’enorme giro di affari che ha intorno e per il fatto che anche in tempi di crisi è un settore che non può essere sottovalutato, è il terreno di scorribanda da parte di delinquenti di ogni risma”. Lo ha affermato il presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione, Raffaele Cantone, intervenendo alla presentazione del Rapporto di Transparency Italia, Censis e Ispe-Sanità in occasione della prima giornata nazionale contro la corruzione in sanità.
Liste d’attesa che diventano infinite, fino a 13 mesi per una risonanza magnetica, servizi e prestazioni sempre meno raggiungibili e cittadini (il 9,5 per cento nel 2013 secondo l’Istat) che rinunciano a curarsi o sono costretti a rivolgersi al privato.
Nel 37% delle aziende sanitarie italiane si sono verificati episodi di corruzione negli ultimi cinque anni, e in circa un terzo dei casi non sono stati affrontati in maniera appropriata. Ad affermarlo sono gli stessi dirigenti delle 151 strutture sanitarie che hanno partecipato all’indagine sulla percezione della corruzione realizzata nell’ambito del progetto “Curiamo la corruzione” da Transparency International Italia, Censis, Ispe-Sanità e Rissc. Il 77% dei dirigenti sanitari ritiene che ci sia il rischio concreto che all’interno della propria struttura si verifichino fenomeni di corruzione (e questo rischio è giudicato elevato dal 10% di loro).