Questione di modernità o post-modernità fiscali. Scegliere l’una o l’altra ha un semplice valore opzionale. Ciò che resta, invece, scorrendo i risultati delle ultime indagini sociologiche e comportamentistiche che guidano le azioni di quasi 150milioni di contribuenti statunitensi, è un segnale deciso di cambiamento sia nelle modalità con cui ci si approccia o ci si relaziona con il fisco, sia riguardo i costumi stessi di milioni di cittadini quando si misurano con smagliature e tecnicismi fiscali. Il primo dato è già di per sé illuminante: in pratica, il 50% dei contribuenti propende decisamente per il fisco digitale e si dice già pronto a compilare e inviare online la propria dichiarazione dei redditi. Uno stacco netto rispetto a quanto accade in Europa dove la percentuale di contribuenti che guardano al digitale in modo disinvolto e maturo non supera il 28%, con punte più alte in Paesi come la Danimarca e il Regno Unito.
Il contribuente Usa goes digital – La predilezione per il fisco digitale dei contribuenti Usa è di gran lunga superiore alla quota di cittadini, solo il 13%, che restano saldamente ancorati al modello cartaceo su cui riportare dati e numeri e da inviare alle Entrate federali di Washington tramite lettera, cioè via posta. Ma ciò che stupisce è la riduzione nel numero dei contribuenti che dichiarano di volersi rivolgere ad un commercialista per predisporre la dichiarazione dei redditi. In questo caso, infatti, solo 1 contribuente su 3 si dice pronto a bussare alla porta del suo esperto contabile di fiducia, mentre ben 2/3 del campione intervistato si dichiara nient’affatto intenzionato a far uso d’un commercialista. In realtà, dato il numero elevato di esperti contabili statunitensi e la complessità delle 200 pagine della dichiarazione dei redditi standard statunitense tra istruzioni, sezioni e riquadri, è del tutto presumibile che, entro metà aprile, la metà di coloro che propendevano per far tutto da soli alla fine chiameranno in soccorso un commercialista.
100 milioni di rimborsi fiscali in arrivo – Riguardo la domanda sull’eventuale, o meno, rimborso fiscale, più dell’80% degli intervistati ha risposto di attendersi, anche quest’anno, un rimborso corposo da parte del fisco. Passando poi all’entità di tale rimborso, la cifra oscilla tra i 1000 e i 2000 dollari. Difficile capire se si tratti di un eccesso di euforia o di ottimismo fiscale, perché se il dato venisse confermato comporterebbe, per l’anno in corso, all’incirca 150mld di dollari di rimborsi.
Cosa fare con i soldi del fisco? – Il 54% si dice pronto ad usare il denaro ricevuto dal fisco per ridurre le proprie esposizioni debitorie, insomma, per pagare eventuali debiti. Il 41%, invece, lo impiegherebbe in veste di ulteriore risparmio. Queste risposte confermano un fattore che contraddistingue il contribuente medio Usa: una alto livello di indebitamento. Comunque, il 18% del campione correrebbe a far shopping con in mano i rimborsi fiscali, l’11% li impiegherebbe per auto-finanziare gli studi, mentre solo l1% per l’acquisto dell’auto preferita. Un segnale questo da tenere in considerazione visto che il mercato automobilistico Usa non gode di ottima salute.