rai 2Canone RAI speciale: che cos’è? Il pagamento del Canone RAI speciale può essere richiesto dallo Stato alle aziende iscritte alle Camere di Commercio che possiedono apparecchi idonei a ricevere le trasmissioni televisive. Nello specifico il Canone RAI speciale deve essere versato da quelle strutture che fanno della TV un uso lavorativo, come ad esempio ristoranti, bar, uffici, hotel.

 

Ma può essere questo stesso canone applicato anche agli apparecchi di videosorveglianza? Con riferimento all’ambito di applicazione dell’obbligo di corrispondere il canone speciale, in particolare in questa nuova campagna di richieste la Rai pone l’accento sugli “impianti di videosorveglianza” che, qualora incorporino apparecchiature idonee a ricevere il segnale televisivo e ancorché non vengano utilizzate per usufruire dei canali TV, darebbero luogo all’obbligo di corrispondere il canone stesso. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, tale circostanza non si verifica e, pertanto, nulla è dovuto.

 

Un caso particolare si era presentato a Trabia, nel palermitano. Gli impiegati di una banca hanno cercato invano di dimostrare che il sistema a circuito chiuso impediva la visione “consueta” della ricezione come apparecchio televisivo. Hanno, in seguito, impugnato il procedimento nei loro confronti alla Commissione tributaria provinciale di Torino, che ha spiegato ai più che un monitor non è «atto» a ricevere le emissioni televisive, come già chiarito al ministero dello Sviluppo economico nel 2012.

 

Cosi si era espresso il Mise: “Il Ministero per lo Sviluppo Economico ha già fornito elementi esplicativi all’Agenzia delle Entrate in merito alla definizione di apparecchi assoggettabili al pagamento del canone RAI, precisando che questo si applica al solo servizio di radiodiffusione e non alle altre forme di diffusione su portanti fisici diversi come i tablet, gli smartphone ed i personal computer, cioè gli strumenti suscettibili di per sé, in linea di principio, di connessione alla rete internet e la RAI ha aderito al medesimo criterio di definizione”.