I dati del 2015 forniti dall’Osservatorio sulle partite Iva, mostrano un calo delle aperture pari al 10,7% rispetto all’anno precedente: il trend negativo è giustificato dal fatto che la scadenza del regime fiscale di vantaggio, inizialmente fissata al 31 dicembre 2014 e successivamente slittata a dicembre 2015, ha indotto molti soggetti ad aprire l’attività durante il 2014. Sul sito del Dipartimento delle finanze, la sintesi annuale del 2015 e l’analisi dello scorso dicembre.
Natura giuridica
A distanza di un anno, non si rilevano grossi cambiamenti. Nel 2015 rispetto all’anno precedente solo le società di capitali registrano un aumento del 6,5 per cento. Il 71,5% delle aperture di partite Iva è dovuto alle persone fisiche, il 22% alle società di capitali, il 5,6% alle società di persone, mentre il restante 1% è costituito da “non residenti” e “altre forme giuridiche”.
Ripartizione territoriale
Il 42,1% delle aperture è localizzato al Nord, il 22,5% al Centro e il 35,3% al Sud e nelle isole. In generale, tutto il Paese registra un calo di aperture con la sola eccezione della Calabria che ha un incremento dell’1 per cento.
Settore produttivo
E’ sempre il commercio che registra il maggior numero di aperture di partite Iva (il 23,8% del totale), seguito dalle attività professionali (12,7%) e dall’agricoltura (11%). Rispetto al 2014 calano le aperture in tutti i settori principali, a partire dalle attività professionali (-34,2%) e dalla sanità (-24,1%). In controtendenza solo l’agricoltura (+19,6%), settore influenzato delle norme 2015 riguardanti l’Imu sui terreni agricoli, che prevedono agevolazioni per gli imprenditori agricoli.
Dicembre 2015
L’ultima chiamata per il regime fiscale “di vantaggio”, in scadenza il 31 dicembre 2015, ha comportato l’apertura di ben 40.674 nuove partite Iva in un solo mese (+5,1% rispetto a novembre). A partire dall’1 gennaio 2016 tale regime, infatti, è stato definitivamente sostituito dal “forfetario”. La natura giuridica mostra che il 69% delle nuove partite Iva a dicembre è stato aperto dalle persone fisiche, il 24% da società di capitali, il 5,3% da società di persone, la ripartizione territoriale evidenzia il 546,3% delle aperture al Nord, il 23% al Centro e il 30,1% al Sud e nelle isole. In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio continua a registrare il maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 19,6% del totale, seguito dalle attività professionali con il 19,3% e dalla sanità con l’8,7 per cento.
Relativamente alle persone fisiche, il 59,2% delle partite Iva è aperto dal genere maschile. Il 54,5% viene avviato da giovani fino a 35 anni e il 29,4% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. Il 15% degli avviamenti è operato da parte di un soggetto nato all’estero. Rispetto al mese di novembre, si evidenzia un aumento di aperture più marcato fra gli under 35 con una propensione maggiore per le attività professionali e sanitarie, a causa delle adesioni al regime di vantaggio.