Sono stati resi disponibili i contenuti del Libro Bianco sulle Città Metropolitane.
Il 2015 è stato l’anno di istituzione delle Città Metropolitane, che ha cambiato configurazione e funzioni delle Province, e rilanciato il processo aggregativo dei Comuni. Fin dall’approvazione della legge, ANCI ha sottolineato il suo carattere innovativo e la necessità di non sprecare le opportunità offerte dal nuovo assetto istituzionale. Con l’istituzione delle Città Metropolitane il legislatore ha voluto riconoscere quel che da tempo è un dato di fatto: le grandi conurbazioni metropolitane sono, in ogni Paese e nell’economia globale, il principale motore di sviluppo.
Come abbiamo avuto più volte occasione di sottolineare, tutti gli indicatori e le analisi delle principali istituzioni internazionali convergono nel porre le aree metropolitane al centro dei processi di sviluppo del prossimo futuro. Nelle aree metropolitane si concentrano le maggiori opportunità e le maggiori criticità, e dalle politiche che si perseguono in quelle aree dipende lo sviluppo più generale delle nazioni.
La Legge n. 56/2014, nota anche come “Legge Delrio”1 , ha istituito le Città Metropolitane sul territorio italiano in sostituzione delle corrispondenti Province, che – in attesa del completamento del percorso di riforma costituzionale al vaglio del Parlamento Italiano al momento della stesura del presente documento – sono riformate e trasformate in governi di secondo livello. La creazione delle Città Metropolitane rappresenta una rivoluzione nel sistema delle autonomie locali nel nostro Paese, che attendeva da 25 anni l’implementazione di una riforma in grado di attribuire ai sistemi territoriali modelli di governo differenziati in base alle caratteristiche insediative, sociali ed economiche.
Un secondo macro-obiettivo deve riguardare la promozione dell’export e l’internazionalizzazione. L’Italia è storicamente uno dei maggiori esportatori a livello globale (398 miliardi di Euro nel 2014, circa il 2,8% di tutte le esportazioni a livello mondiale2 ) e uno dei pochi Paesi ad economia avanzata e senza una ricca base di materie prime a registrare nel tempo un surplus commerciale.
L’export, soprattutto nell’ultimo quinquennio, si è rivelato un elemento essenziale per sostenere una buona parte dell’economia e la competitività delle imprese italiane4 . In questo quadro, nonostante dal 2000 le esportazioni italiane abbiano registrato un incremento medio annuo del 5,8% e il loro peso sul Prodotto Interno Lordo nazionale sia aumentato dal 26% al 29%, vi sono margini di ulteriore crescita. Oggi oltre la metà (54,7%) dell’export nazionale è diretto verso l’Europa, con una significativa sotto-penetrazione dei Paesi emergenti (7% verso i BRICS e valori marginali per i Next-11), aree con un’economia in forte sviluppo che chiede macchinari per l’industrializzazione e beni di consumo.
Per consultare i report completi del Libro Bianco potete accedere ai seguenti link:
Cos’è il progetto Start City, come e con chi è stato realizzato e i suoi principali risultati
Le Città metropolitane catalizzatore dello sviluppo nel mondo
La riforma Metropolitana in Italia e le questioni aperte
Il modello strategico per sviluppare le Città metropolitane e le sue caratteristiche
Come gli stakeholder ipotizzano il futuro delle loro Città metropolitane
Come dare efficacia alle Città metropolitane in Italia
La fotografia ad alta risoluzione delle Città metropolitane in Italia