cross border rulingNel 2013, la Commissione europea, nell’ambito del Global forum sull’Iva, ha avviato un progetto pilota concernete quesiti in materia di Iva, denominato Cross border ruling (Cbr), al quale hanno aderito diversi Stati membri dell’Ue.

 

L’iniziativa consente ai soggetti passivi che intendono effettuare complesse operazioni transnazionali di presentare istanze sulla corretta interpretazione della normativa Iva a esse applicabile. La domanda deve essere inoltrata al Paese membro in cui il soggetto richiedente è registrato ai fini Iva e presentare aspetti di complessità.
 

Dopo l’adesione al progetto da parte dell’Italia (perfezionata tra ottobre e dicembre 2015), un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate istituisce un punto di contatto presso il settore Fiscalità internazionale e agevolazioni della Dc Normativa, al quale andranno presentate le istanze.

 

Queste, redatte in italiano o in inglese, dovranno essere indirizzate alla casella di posta elettronica CBR@agenziaentrate.it, accompagnate dalla traduzione nella lingua ufficiale dell’altro o degli altri Stati interessati o nella lingua da questi indicata nella sezione del sito istituzionale della Commissione europea dedicata al progetto Cbr (in Italia, possono essere presentate anche in inglese).
 

Una volta attivata la procedura, è previsto un confronto fra le autorità fiscali degli Stati coinvolti, affinché il rapporto tra le norme comunitarie e quelle interne non generi disallineamenti interpretativi. Tuttavia, la consultazione non garantisce che si possa arrivare a un’interpretazione concordata; in definitiva, non è detto che si possa rispondere all’istanza di Cbr. In ogni caso, le risposte fornite si intendono effettuate nell’ambito della generale attività di consulenza dell’Agenzia delle Entrate, senza applicazione delle regole che disciplinano le istanze di interpello.