La legge di stabilità in discussione in questi giorni nelle aule parlamentari sembra volere imporre un nuovo blocco al fondo del salario accessorio dei dipendenti pubblici, che nel 2016 non potrà superare il 2015, e anzi dovrà essere ridotto in proporzione al personale cessato, come già avvenuto negli anni 2011-2014.
Diventa quindi fondamentale utilizzare il poco tempo rimasto di questo anno per recuperare, negli enti di ricerca, la contrattazione integrativa per il 2015, impantanata quasi ovunque in discussioni sugli anni passati.
La FLC CGIL ha avanzato dall’inizio dell’anno la richiesta di incremento del fondo con risorse stabili, attraverso tutte le forme possibili nel rispetto del vigente contratto nazionale, ad esempio attraverso l’articolo 4 comma 3 del CCNL 2000-2001, che prevede tale possibilità in riferimento ai processi di riordino, riorganizzazione o nuovi servizi, o con risorse variabili, ricorrendo ad esempio all’applicazione dell’art. 19 del CCNL 2002-2005, il cosiddetto “conto terzi”.
La politica di incremento del trattamento accessorio rischia di essere vana rispetto agli effetti attesi se ad essa non si affianca una corretta politica di finanziamento delle progressioni di livello ex. Art.54 del CCNL 1998-2001. Per questo il segretario generale della FLC CGIL invita “dove non fosse già avvenuto, a procedere alla ricognizione e formalizzazione delle risorse storiche impiegate dal 2001 ad oggi per l’applicazione contrattuale dell’art.54 e della parte di esse libera ed utilizzabile per finanziare nuove procedure”.
L’anno in corso sembrerebbe essere diventato “l’unica finestra per trovare tutte le forme legittime per incrementare i fondi del salario accessorio e ripristinare tra le altre cose un orizzonte minimo di sviluppo professionale”, per questo la FLC CGIL si rivolge direttamente ai presidenti degli enti chiedendo un impegno massimo “nella rivendicazione del proprio ruolo di enti dotati di indipendenza ed autonomia“, “in un momento di reiterato blocco della contrattazione collettiva nazionale, che pare destinato a perdurare anche nel 2016, viste le scarse risorse messe a disposizione nella legge di stabilità per il rinnovo dei CCNL pubblici”.
Anche per queste ragioni la FLC CGIL, insieme a Cisl e Uil, sarà in piazza presso il Ministero della Funzione Pubblica con i lavoratori della Ricerca il prossimo 24 novembre.
Di seguito la lettera che il Segretario Generale della FLC CGIL, Domenico Pantaleo, ha inviato ai Presidenti degli Enti Pubblici di Ricerca.
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OGGETTO: Incremento dei fondi del trattamento accessorio
Negli ultimi anni il personale degli enti pubblici di ricerca è diminuito costantemente in seguito alle normative di restrizione delle facoltà assunzionali. A questo ha corrisposto un più generale maggiore carico di lavoro sull’insieme degli addetti, che ha comportato un impegno crescente da parte dei lavoratori, necessario per permettere agli enti di continuare a svolgere i propri compiti istituzionali e le attività tecnologiche e di ricerca con efficacia e tempestività.
Nello stesso tempo le retribuzioni del personale sono rimaste ferme a causa del prolungato mancato rinnovo del contratti collettivi di lavoro nei settori pubblici e del blocco alla contrattazione integrativa. Infatti, le risorse per il salario accessorio sono costantemente diminuite e non sono state reintegrate, a fronte dei tagli subiti con il DL 78/2010 e dei vincoli imposti per legge alla sua crescita.
In questo contesto, con la L 190/2014 (la legge di stabilità 2015) quest’anno si è aperta una finestra importante sulla contrattazione integrativa, essendo stata rimossa la norma che impediva l’incremento del fondo del trattamento accessorio e ne imponeva il taglio in proporzione al personale cessato. Dunque benché a fronte del definitivo taglio delle risorse decurtate nel quadriennio 2011-2014, è finalmente possibile utilizzare gli istituti contrattuali preesistenti per tornare a far crescere l’entità dei trattamenti accessori.
Per questo abbiamo avanzato in tutti gli enti dall’inizio del 2015 la richiesta di incremento del fondo con risorse stabili, attraverso tutte le forme possibili nel rispetto del vigente contratto nazionale, ad esempio attraverso l’articolo 4 comma 3 del CCNL 2000-2001, che prevede tale possibilità in riferimento ai processi di riordino, riorganizzazione o nuovi servizi, che coinvolgono quest’anno molti enti del comparto. Incremento che, si ricorda, può essere fatto anche con risorse variabili, nel rispetto del vigente contratto nazionale, ricorrendo ad esempio all’applicazione dell’art. 19 del CCNL 2002-2005, il così detto “conto terzi”.
Questa necessaria politica di incremento del trattamento accessorio rischia però di essere vana rispetto agli effetti attesi se ad essa non si affianca una corretta politica di finanziamento delle progressioni di livello ex. Art.54 del CCNL 1998-2001. In alcuni Enti si vorrebbe procedere in ragione di una lettura errata della nota circolare del 22 febbraio 2011 del Dipartimento della Funzione Pubblica, a considerare le progressioni di livello gravanti sul
fondo per il trattamento accessorio. Si opererebbe così letteralmente una contraddizione dei termini fondamentali con cui la struttura retributiva è normata nel CCNL Ricerca, senza peraltro affrontare in alcun modo il tema della destinazione delle risorse utilizzate e residue già impiegate nel bilancio di ente per le progressioni. Per questo invitiamo, dove non fosse già avvenuto, a procedere alla ricognizione e formalizzazione delle risorse storiche impiegate dal 2001 ad oggi per l’applicazione contrattuale dell’art.54 e della parte di esse libera ed utilizzabile per finanziare nuove procedure.
Nonostante le possibilità aperte dalla normativa, il 2015 si sta chiudendo e in quasi tutti gli enti non è stato ancora possibile contrattare il fondo relativo a quest’anno, stante il cronico ritardo con cui si chiudono gli accordi negli enti a causa delle molte difficoltà generate dal sistema dei controlli alla contrattazione integrativa e dalla pervasività, oltre che lentezza, degli organi vigilanti. Com’è noto, quasi dovunque, si sta per lo più discutendo della distribuzione dei fondi degli anni passati. Per questo non è stato possibile al momento valorizzare le opportunità offerte dalla L 190/2014, in materia di risorse per i trattamenti accessori.
Questo dato spinge la FLC CGIL a rinnovare con grande preoccupazione oggi tale richiesta, chiedendo il massimo impegno e determinazione nella rivendicazione del proprio ruolo di enti dotati di indipendenza ed autonomia, dal momento che la Legge di stabilità per il 2016 attualmente in discussione prevede un nuovo blocco dei fondi del salario accessorio delle pubbliche amministrazioni che, se confermato, potranno essere nuovamente ridotti rispetto all’ammontare definito per il 2015. L’impatto pesante di questa misura sul funzionamento degli Enti di ricerca, rende evidente l’importanza di utilizzare la tornata di contrattazione integrativa del 2015. L’anno in corso diventa l’unica finestra per porre rimedio a questa situazione che penalizza fortemente i lavoratori del comparto e per trovare tutte le forme legittime per incrementare i fondi del salario accessorio e ripristinare tra le altre cose un orizzonte minimo di sviluppo professionale.
E’ per queste ragioni che vi chiediamo di farvi parte attiva nei processi di costituzione dei fondi di contrattazione, per consentire, pur in un momento di reiterato blocco della contrattazione collettiva nazionale, che pare destinato a perdurare anche nel 2016, viste le scarse risorse messe a disposizione nella legge di stabilità per il rinnovo dei CCNL pubblici, di valorizzare al meglio gli spazi che potranno aprirsi negli Enti con la contrattazione integrativa.
Unica possibilità per consentire la giusta valorizzazione del personale in forza agli Enti di Ricerca e di migliorare, in via generale, la qualità della funzione che gli Enti svolgono per la collettività e per il Paese.
Anche per queste ragioni la FLC CGIL, insieme a Cisl e Uil, sarà in piazza presso il Ministero della Funzione Pubblica con i lavoratori della Ricerca il prossimo 24 novembre.