taccheggioFocus Confcommercio-Format sugli episodi di taccheggio subiti dalle imprese del commercio al dettaglio: il 70% delle aziende ha subìto episodi del genere negli ultimi anni. Il fenomeno cresce di più al Sud, mentre diminuisce la capacità da parte delle imprese di contrastarlo.

 

In vista della Giornata di mobilitazione nazionale di Confcommercio “Legalità, mi piace” che si terrà il 25 novembre prossimo, la confederazione, in collaborazione con Format Research, ha realizzato un focus sugli episodi di taccheggio subiti dalle imprese del commercio al dettaglio. Sette imprese del commercio al dettaglio su dieci hanno subito episodi di taccheggio negli ultimi anni; il 30% delle imprese segnala un aumento del taccheggio (+2,4% rispetto al 2014), in particolare al Centro (+3,8%) e al Sud (+4,1%); solo il 38,9% degli esercenti dichiara di essere riuscito a bloccare quasi sempre o spesso il taccheggiatore (-18,1% in confronto al 2014); il 48,3% delle imprese (+1,4% rispetto al 2014) si è dotato di misure anti-taccheggio; il 32,7% delle imprese investe tra il 2 e il 3% dei propri ricavi (+1,1% rispetto al 2014) per la sicurezza contro il taccheggio. Il taccheggiatore è in prevalenza donna (nel 54,5% dei casi), tra i 35 ed i 54 anni (per il 56%), di nazionalità italiana (per il 56%), soprattutto coniuge con figli (per l’87,4%). Rispetto al 2014 le imprese del commercio segnalano un aumento dei taccheggiatori italiani (+16%).

 

L’EVOLUZIONE DEL FENOMENO

 

Il 68,8% delle imprese del commercio al dettaglio è stato vittima almeno una volta in passato di un episodio di taccheggio. Il fenomeno è diffuso in prevalenza negli esercizi commerciali di dimensioni più grandi (84,6%), nella distribuzione organizzata (75,2%), nelle imprese delle aree metropolitane (69%) e delle regioni del Centro Italia (75,8%) e del Nord Ovest (72,2%). Il 30% delle imprese segnala un aumento del taccheggio nel proprio esercizio commerciale (+2,4% rispetto al 2014). In particolare, cresce al Centro (+3,8%) e al Sud (+4,1%). Diminuisce la capacità delle imprese di contrastare il fenomeno. Solo il 38,9% degli esercenti dichiara di essere riuscito a bloccare quasi sempre o spesso il taccheggiatore, una percentuale decisamente inferiore (-18,1%) rispetto a quella dello scorso anno. Sette imprese su dieci dichiarano che il taccheggio incide negativamente tra l’1 e il 5% dei propri ricavi.

 

LE MISURE ADOTTATE DALLE IMPRESE

 

Il 48,3% delle imprese del commercio al dettaglio (+1,4% rispetto al 2014) si è dotato di misure anti-taccheggio. Di queste, il 55,3% ha adottato dispositivi di sorveglianza video e/o altre modalità, anche informatiche e digitali, di sorveglianza da remoto; il 21,1% ha investito in corsi specifici per il personale; l’11,8% si è dotato di personale addetto alla vigilanza non armata, il 6,6% ha reclutato personale di vigilanza armata. Tre imprese su cinque investono fino all’1% dei propri ricavi in misure e strumentazioni di sicurezza per l’anti-taccheggio, mentre il 32,7% delle imprese investe tra il 2 e il 3% dei propri ricavi (+1,1% rispetto al 2014).