eurozonaLa Commissione europea ha reso pubblica la propria opinione sui bilanci programmatici 2016 di tutti gli Stati membri dell’Unione. La valutazione dei bilanci programmatici viene effettuata alla luce delle stime di crescita diffuse lo scorso 5 novembre (Autumn Forecast). Per quanto riguarda l’Italia, le recenti previsioni autunnali della Commissione sono sostanzialmente analoghe a quelle del Governo, pubblicate con la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia Finanza lo scorso 18 settembre.

 

La Commissione conferma quindi che l’economia italiana si è rimessa in moto nel 2015 e che la crescita si rafforzerà nel 2016. Grazie alla ripresa e alla ritrovata crescita, la dinamica del debito si inverte rispetto al trend recente e nel 2016 – per la prima volta dal 2007 – il rapporto debito/PIL diminuisce.

 

Nel programma di stabilità dell’Italia, pubblicato con il DEF di aprile e aggiornato con la Nota di settembre, il Governo ha programmato una deviazione temporanea dal percorso di conseguimento dell’obiettivo di medio termine, al fine di promuovere la crescita e l’occupazione. La deviazione programmata è conforme ai margini di flessibilità consentiti dal Patto di Stabilità e Crescita, come specificati dalla Commissione nella Comunicazione sulla flessibilità del 13 gennaio 2015 per incoraggiare riforme strutturali e investimenti.

 

Tuttavia la procedura della Commissione prevede che l’adozione delle clausole di flessibilità possa essere decisa soltanto nel contesto del cosiddetto Semestre europeo e quindi nella primavera 2016. L’opinione sul bilancio programmatico viene quindi espressa senza tener conto della flessibilità possibile e in questo quadro la Commissione reputa che il bilancio programmatico dell’Italia presenti un rischio di non conformità alle regole del Patto di Stabilità e Crescita.

 

Pertanto la validità della programmazione finanziaria che il Governo ha effettuato nel rispetto delle regole dell’Unione non viene inficiata da questa opinione, che rimanda a una valutazione definitiva nella prossima primavera.

 

Il Governo italiano aveva già chiesto l’impiego della clausola di flessibilità per le riforme nella scorsa primavera con la presentazione del programma di stabilità 2016-2018 e la Commissione ha riconosciuto legittimo il margine di flessibilità richiesto per 0,4 punti percentuali di PIL. Nel bilancio programmatico è stato chiesto un ulteriore margine in virtù delle riforme di 0,1 punti percentuali e per effettuare investimenti per 0,3 punti percentuali; è stato anche chiesto di riconoscere un margine di 0,2 punti percentuali relativi alle spese che saranno sostenute per fronteggiare la crisi dell’immigrazione.

 

La Commissione ritiene che alla luce delle proprie previsioni la richiesta di flessibilità per gli investimenti risulterebbe attualmente coerente con i criteri che la regolano, mentre la richiesta di flessibilità per le riforme verrà valutata alla luce dei progressi fatti nell’implementazione dell’agenda del Governo. Per quanto concerne la crisi dei migranti, la Commissione prende l’impegno di valutare nel prossimo anno le spese sostenute per affrontarne gli effetti.

 

Per quanto riguarda la dinamica del debito e la sua coerenza con la regola che la disciplina, la Commissione ricorda che – nonostante le perplessità espresse nell’autunno di un anno fa – nel rapporto di febbraio 2015 ai sensi dell’articolo 126.3 dei Trattati ha valutato la traiettoria del debito italiano conforme alla regola per gli anni 2014-2015 e oggi riconosce che il programma di privatizzazioni ha raggiunto l’obiettivo del 2015 già ad ottobre.