railogo_02Va bene l’inserimento del canone Rai nella bolletta elettrica, a condizione di distinguere il costo dell’abbonamento al servizio pubblico radiotelevisivo da quello della fornitura di energia. Ma, in funzione di una concorrenza effettiva nel mercato della raccolta pubblicitaria, l’Antitrust “ritiene auspicabile che si assicuri una separazione tra attività di servizio pubblico e attività commerciali della Rai attraverso forme di separazione più incisive di quella contabile”.

 

In un parere espresso ai sensi della legge 10 ottobre 1990 (n.287), inviato al presidente del Senato e a quello della Camera, al presidente del Consiglio e al ministro dello Sviluppo economico, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato “valuta positivamente” la previsione di collegare la riscossione del canone Rai e il pagamento della fornitura elettrica, sia per “ridurre l’area di evasione” sia per “ridurre il canone individuale”. A tutela della trasparenza, l’Agcm sollecita però “adeguate garanzie informative in favore degli utenti finali”, per non compromettere “la possibilità di comprendere chiaramente qual è il prezzo pagato per i servizi di fornitura elettrica”.

 

In vista della scadenza della concessione del servizio pubblico radiotelevisivo e della futura approvazione del nuovo contratto di servizio Rai, L’Autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella rileva inoltre che questa può essere “un’opportunità per contribuire al processo di apertura dei mercati dei media al gioco della concorrenza, garantendo al contempo il rispetto del pluralismo dell’informazione e degli altri obiettivi di servizio pubblico”.

 

A parere dell’Antitrust, questi obiettivi possono essere raggiunti “attraverso la riqualificazione della missione di servizio pubblico radiotelevisivo e mediante il riconoscimento di una maggiore indipendenza e autonomia gestionale della Rai, anche attraverso un assetto societario e organizzativo moderno fondato su regole di funzionamento societario che consentano di garantire l’efficienza e assicurare l’effettività del finanziamento pubblico”.