stabilita, legge ddlLa legge di stabilità 2016, che è stata trasmessa al Senato per cominciare l’iter parlamentare, disegna una manovra da 26,5 miliardi, che potrebbe salire a 29,6 miliardi se la Commissione europea accordasse la flessibilità sulla base della clausola migranti.

 

La politica di bilancio per il 2016 e gli anni successivi, che si associa strettamente al processo di attuazione delle riforme strutturali, si propone di ricondurre stabilmente l’economia italiana su un sentiero di crescita sostenuta. Essa si fonda su una graduale e incisiva riduzione del carico fiscale, volta a incoraggiare l’offerta di lavoro e gli investimenti in capitale fisico e umano. Essa include interventi volti a rafforzare strutturalmente la competitività dell’economia. Gli interventi mirano anche ad accrescere la domanda aggregata e, soprattutto, a modificare le aspettative di famiglie e imprese, con ciò ponendo termine al circolo vizioso che ha a lungo depresso l’economia italiana.

 

Sulla pressione fiscale si interviene innanzi tutto rimuovendo gli aumenti delle imposte che dovevano scattare all’inizio del 2016 (16,8 miliardi, circa 1 punto percentuale del PIL).

 

Si riducono inoltre le imposte sulla proprietà di immobili residenziali adibiti ad abitazione principale, che interessano circa l’80 per cento dei nuclei familiari, e sui terreni agricoli e i macchinari d’impresa cosiddetti ‘imbullonati’ (nel complesso quasi lo 0,3 per cento del PIL). Il primo intervento mira a modificare le aspettative delle famiglie, gli altri due ad accrescere la competitività del sistema produttivo.

 

Al rilancio del settore delle costruzioni, contribuiscono, oltre che gli sgravi per la prima casa, anche le proroghe delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni immobiliari e il risparmio energetico.

 

Nella stessa direzione opererà la possibilità concessa ai Comuni di utilizzare una parte degli avanzi di cassa per effettuare investimenti in deroga alla regola che impone loro il pareggio del bilancio.

 

Nel complesso, si delinea un insieme di interventi che, congiuntamente all’azione di accelerazione dei tempi di realizzazione delle infrastrutture e dei progetti cofinanziati, dovrebbe porre termine alla stagnazione che da vari anni caratterizza il settore delle costruzioni.

 

La manovra interviene sulle scelte di investimento delle imprese italiane con un bonus del 40 per cento sugli ammortamenti fiscali connessi con gli investimenti in macchinari e attrezzature effettuati nel 2016. Tale schema permetterà alle imprese di ammortizzare il 140% dei costi sostenuti per tali investimenti. Lo scopo è quello di contribuire al rinnovamento del capitale produttivo delle imprese, dopo un lungo periodo di stagnazione degli investimenti. Ciò contribuirà al recupero della produttività e all’aumento della crescita potenziale dell’economia. Un sostegno verrà anche alla domanda per i produttori di beni di investimento, che rappresentano una quota rilevante dell’apparato manifatturiero nazionale.

 

Il percorso di alleggerimento della pressione fiscale sulle imprese continuerà nel 2017 anche attraverso la riduzione dell’aliquota d’imposta sui redditi delle società (IRES). Dal 1° gennaio 2017 quest’ultima viene ridotta dal 27,5 al 24%. Questo provvedimento, che fa seguito alla detassazione dal 2015 della componente del costo del lavoro assoggettata all’IRAP, mira a condurre il prelievo sui risultati di impresa verso i livelli medi europei.
La manovra include inoltre varie misure volte a ridurre il carico fiscale e a semplificare le procedure fiscali per lavoratori autonomi e piccole imprese.
Nel complesso, si delinea un insieme di interventi volti ad accrescere la competitività di tutte le categorie di imprese, che si associa alle riforme di carattere regolamentare e agli interventi per accrescere l’efficienza della giustizia civile.

 

L’enfasi è posta sulla competitività, gli investimenti e la produttività perché è da questi fattori che deriva preminentemente la creazione di posti di lavoro. Su quest’ultima si agisce inoltre con la prosecuzione, in forma ridotta (al 40%), degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato, che nel 2015 ha prodotto effetti importanti e ha accompagnato le riforme introdotte nel mercato del lavoro con il cd Jobs Act.

 

A queste misure si affiancherà la detassazione del salario di produttività, volta a favorire la negoziazione salariale di secondo livello. Questa è cruciale per favorire la differenziazione delle strutture retributive in relazione all’andamento della produttività.

 

Gli incentivi alle assunzioni e al salario di produttività sono parte della riforma del mercato del lavoro avviata nel 2015; contribuiscono, assieme ai vari interventi del Jobs Act, ad accrescere l’occupazione, stabilizzare i rapporti di lavoro, rendere più flessibile il mercato.

 

La manovra di bilancio include inoltre importanti interventi per l’istruzione, la ricerca e il sistema della cultura. L’intento è quello di contribuire al riposizionamento dell’economia italiana su livelli di eccellenza. Si intende premiare il merito e accrescere il livello delle nostre università. Questi interventi completano lo sforzo in favore della creazione di capitale umano effettuato con la Buona Scuola, operante dall’anno scolastico 2015-16.

 

Due interventi mirano a dare sostegno alle fasce più deboli. Si definisce uno schema per contrastare strutturalmente la povertà dei settori più giovani della popolazione, avendo a mente che situazioni di disagio nella prima parte della vita tendono ad avere effetti persistenti sull’occupazione e i redditi nell’età matura. Si interviene, inoltre, per tutelare alcune fasce di soggetti prossimi al pensionamento in condizioni di disoccupazione. In particolare, in chiave di flessibilità, si garantiscono misure di salvaguardia per una quota residua di ‘esodati’ e si prevedono misure agevolative per le donne che intendano lasciare il lavoro con 35 anni di contributo a fronte di una decurtazione del trattamento pensionistico (“opzione donna”). Si introduce inoltre una misura volta a favorire il ricambio generazionale attraverso l’utilizzo della leva del part time per i lavoratori vicini al pensionamento. Va rilevato che non viene modificato l’assetto del sistema pensionistico e che le misure sono finanziate nell’ambito del sistema previdenziale, in parte estendendo l’intervento sull’indicizzazione delle pensioni introdotto nel 2013.

 

Va sottolineato che le risorse vengono reperite senza aumenti del prelievo fiscale su famiglie e imprese. Fa eccezione solo l’aumento del carico fiscale sui giochi. Maggiori entrate, pari a circa lo 0,15% del PIL nel 2015, sono attese dalla ‘voluntary disclosure’ sui redditi e patrimoni detenuti all’estero. Questa misura fa emergere posizioni patrimoniali, con effetti positivi sulle risorse disponibili per investimenti in ambito nazionale.

 

Si interviene invece sulla dinamica della spesa: sia nel 2016 che nel nel 2017 i risparmi di spesa saranno pari a circa lo 0,5 per cento del PIL. Essi derivano in misura significativa dall’attività di razionalizzazione dell’intervento pubblico e delle modalità di acquisto di beni e servizi da parte delle pubblica amministrazione. Gli interventi riguardano tutti i livelli di governo. Nel valutare l’entità degli interventi va tenuto conto che nel quadro tendenziale la crescita della spesa primaria corrente risultava già molto modesta (da 697 a 706 miliardi tra il 2015 e il 2016; con la manovra la crescita si ridurrà a circa 5 miliardi, completamente ascrivibili al sistema pensionistico).

 

La manovra di bilancio per il 2016 e gli anni successivi prevede, come già rilevato, la progressiva riduzione dell’indebitamento netto nei limiti consentiti dalla clausole di flessibilità nonché, per la prima volta dall’inizio della crisi, il calo del rapporto tra debito e PIL. Il pareggio del bilancio, previsto per il 2018 in termini strutturali, e il riavvio del processo di crescita dell’economia, cui la manovra contribuisce, rappresentano gli elementi cruciale per determinare la rapida flessione del peso del debito.

 

Il testo completo lo trovate a questo link:

 

http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00941895.pdf