Nel corso della seconda edizione del Forum di Terziario Donna a Palermo è stata presentata una ricerca sull’imprenditorialità femminile nel terziario realizzata in collaborazione con il Censis.
La seconda edizione del Forum di Terziario Donna Confcommercio, “Donne motore della ripresa”, si è incentrata sul ruolo fondamentale che le donne imprenditrici giocano nel mondo economico. L’evento, che si è tenuto a Palermo, è stato dedicato quest’anno alle nuove forme di benessere identificato come Bene Essere, centrato sulla riscoperta della qualità della vita e, non necessariamente, legato alla ostentazione e al lusso.
I dati Censis
Nel corso dell’evento è stata presentata una ricerca sull’imprenditorialità femminile nel terziario realizzata in collaborazione con il Censis, da cui emerge che anche al Sud l’imprenditoria femminile sta prendendo piede. Alcune province del Sud mostrano una presenza di imprenditoria femminile superiore alla media (ad esempio Avellino 38,3%, Frosinone 37,1%). Rispetto alla crisi economica e al calo del numero delle imprese in Italia, le imprese femminili mostrano una maggiore capacità di resistenza rispetto alle imprese “maschili”, con perdite inferiori in termini sia in termini assoluti (-47mila imprenditrici tra 2009 e 2013) che relativi (-3,5%). Ciò determina anche una crescita del livello di femminilizzazione della nostra imprenditoria: l’incidenza è infatti passata dal 29,8% del 2009 al 30,2% del 2014. Nel settore dei servizi, l’incidenza delle imprese “femminili” é del 35,6% e le imprenditrici del terziario costituiscono il 69,2% del totale, contro il 58,6% degli uomini. I comparti del terziario a maggiore incidenza di imprese femminile sono la sanità e assistenza sociale 58,7%, servizi personali 54,8%, l’ immobiliare 44,6% e l’ istruzione 43,6%. Dal 2009 al 2014 i settori che hanno registrato maggior incidenza di imprese femminili sono finanza e assicurazioni con un +6,3%e i servizi di supporto alle imprese +5%. Le imprenditrici straniere sul totale sono il 9,2% (11,6% gli uomini stranieri) e nel terziario il 10,1% (11,6% gli uomini). Le prime cinque nazionalità di origine delle imprenditrici straniere sul totale nel 2014 sono nell’ ordine: Cina 20,2%, Romania 9,6%, Marocco 6,5%, Svizzera 6,1% e Germania 5,4%.
L’intervento di Sangalli
Nel suo intervento il presidente Sangalli ha sottolineato che “c’è ancora questo divario marcato tra Nord e Sud che deve esser certamente colmato rilanciando turismo e commercio attraverso un potenziamento delle infrastrutture e della logistica”. “Bisogna rafforzare con molta determinazione le strutture materiali e immateriali -ha aggiunto- che purtroppo non sono all’ altezza delle reali esigenze dei territori”. Per quanto riguarda il tema specifico del convegno, il presidente di Confcommercio ha detto che “su dieci donne che scelgono di fare impresa, sette prediligono il nostro settore. L’occupazione femminile è sicuramente un dato importante per il nostro Paese. L’imprenditoria in rosa, secondo me, significa una svolta fondamentale per l’economia. Leggo così questa manifestazione, voluta da Patrizia Di Dio. C’è questo orgoglio di rappresentare migliaia di imprenditrici”.
Di Dio: “disoccupazione donne alle stelle”
“Il Jobs Act ha più che altro fatto emergere il lavoro nero. Una ripresa del lavoro c’è, ma la cosa sconfortante è che meno di una donna su tre in Sicilia lavora. Siamo i peggiori d’Europa. Siamo la regione più fragile e devastata di tutta Europa, un motivo ci sarà”. Lo ha detto la presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio, parlando con i giornalisti a margine del 2° forum Terziario Donna. “Da tempo Terziario Donna – ha poi spiegato nel corso del suo intervento – promuove la cultura della democrazia paritaria contro tutti gli ostacoli culturali e materiali che si oppongono a che le donne, il 52% della nostra popolazione, siano adeguatamente presenti e rappresentate a tutti i livelli della nostra vita imprenditoriale, politica e sociale”. “Perché se le donne non ci sono o non arrivano in determinati ambiti, non è un problema delle donne o per le donne, ma è un problema per tutti, uomini e donne, è un problema di deficit di democrazia”, ha concluso.
Sarebbe interessante però approfondire quel dato, perché imprese femminili non significa necessariamente dirette da donne, ma spesso al sud e non solo significa che la donna fa da prestanome, ma l’azienda è amministrata di fatto da un uomo. Nel mio settore sono l’unica donna in Italia ad operare e guarda caso sono nel profondo sud e la mia è una s.r.l. uninominale; degli oltre 6000 clienti sparsi su tutto il territorio nazionale nessuno è donna, anche se a volte le imprese sono intestate al femminile. Esistono fattori culturali e condizionamenti ambientali pesantissimi, in Italia, e l’immagine professionale della donna deve… Leggi il resto »