L’Italia, nella lettera di presentazione del Ddl Stabilità, chiede alla Ue per il 2016 un ulteriore 0,1% di flessibilita’ rispetto agli obiettivi di medio termine (Mto) “sulla base delle riforme strutturali realizzate, come la legge sulla bancarotta e quella sul trattamento fiscale dei prestiti bancari in sofferenza”.
L’ Italia chiede alla Ue per il 2016 un ulteriore 0,1% di flessibilita’ rispetto agli obiettivi di medio termine (Mto) “sulla base delle riforme strutturali realizzate, come la legge sulla bancarotta e quella sul trattamento fiscale dei prestiti bancari in sofferenza. L’ obiettivo e’ quello di rafforzare la crescita a medio termine”. Lo scrive il ministro dell’ Economia, Pier Carlo Padoan, nella lettera di presentazione inviata al Commissario Ue Moscovici, che allega il ddl stabilita’. Padoan sottolinea anche “l’ importante riforma istituzionale appena approvata dal Senato”.
Naturalmente l’ Italia usera’ la flessibilita’ gia’ prevista dalla Ue per le riforme strutturali e per gli investimenti. L’ Italia chiede anche l’ attenzione della Ue su come “la crisi dei rifugiati” possa incidere sulla spesa pubblica e quindi sul patto di stabilita’ e Crescita. Padoan si dice pronto a fornire “ulteriori informazioni e dettagli aggiuntivi”sulle risorse finanziarie necessarie per far fronte allo “straordinario” afflusso di migranti sul territorio italiano.
Oltre alla lettera, Padoan ha inviato a Moscovici il Documento Programmatico di Bilancio 2016, il comunicato del Consiglio dei Ministri del 15 ottobre scorso,che ha approvato il ddl di stabilita’ 2016, il bilancio di previsione per l’ anno finanziario 2016 e il bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018.
Nel documento programmatico di bilancio 2016, inviato alla Ue, le cifre fondamentali prevedono un rapporto deficit/pil del 2,6% nel 2015 e del 2,2% nel 2016 (nel 2014 era al 3%). Un rapporto debito/pil del 132,8% nel 2015 che potrebbe scendere nel 2016 in una forchetta tra il 130,9% e il 132,6% (nel 2014 era al 132,1%). E’ prevista una crescita del;pil dello 0,9% nel 2015 e dell’ 1,6% nel 2016.