contraffazioneLa commissione d’inchiesta della Camera ha presentato ad Expo i “numeri” del fenomeno criminale. Catania: “le norme penali in materia sono obsolete”. Caselli: “serve un inasprimento delle regole”.

 

All’inizio si trattava solo di borse od orologi, ma ormai la contraffazione è diventata un fenomeno globale che tocca tutti i settori produttivi: dai farmaci ai profumi, passando per i pezzi di ricambio per gli aerei. Un giro d’affari, solo in Italia, di sei miliardi di euro, che corrispondono a cinque miliardi di imposte non versate e 100.000 posti di lavoro sottratti al mercato legale. Sono i numeri della commissione d’inchiesta della Camera presentati a Expo 2015 durante un convegno a Palazzo Italia. “Le norme penali in materia sono obsolete.

 

Abbiamo bisogno di una normativa che aggredisca con più efficacia il grande trafficante distinguendo la sua posizione da quelle della manovalanza che vende magari sulle spiagge prodotti contraffatti”, ha detto il presidente della Commissione, l’ ex ministro della Politiche agricole Mario Catania. Oggi infatti, a fronte dei profitti altissimi che possono derivare dalla vendita di merce contraffatta, i rischi per il commerciante sono ancora molto bassi. Per questo un fenomeno iniziato su scala locale è passato nelle mani dalla grande criminalità internazionale.

 

Non a caso tra le proposte della Commissione c’è quella di estendere anche ai reati di contraffazione più grave i poteri di indagine patrimoniale previsti dalla legislazione antimafia. Si richiede poi di considerare quelli relativi alla contraffazione come reati di pericolo anziché di danno, con l’obiettivo di perseguirli con maggiore incisività. Si propone infine di creare un reato autonomo di contraffazione “sistematica e organizzata”. Oggi infatti il venditore abusivo e il criminale internazionale che gestisce la filiera della contraffazione vengono puniti allo stesso modo.

 

Un inasprimento delle regole chiesto anche dal presidente della Commissione di riforma dei reati agroalimentari, Giancarlo Caselli. “Il 10 ottobre – ha detto Caselli – qui a Expo ci sarà la presentazione dei risultati conclusivi di una bozza ultima al ministro. Le linee lungo le quali si muove sono l’introduzione di nuovi reati, il tutto in un’ottica complessiva di maggior tutela del consumatore e anche della regolarità di funzionamento del mercato”.

 

Toccherà poi alla politica tradurre queste proposte in legge, senza dimenticare il problema dell’ italian sounding, non cioè contraffazione vera e propria, ma uso di immagini, colori e parole che evocano l’Italia per commercializzare prodotti che non hanno origine italiana.