partite IVAANon si inverte il trend negativo delle partite Iva. Ad agosto le nuove aperture sono state 16.265 ovvero il 6,5% in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Il dato emerge dalla sintesi mensile pubblicata dall’Osservatorio delle partite Iva e disponibile sul sito del dipartimento delle Finanze.

 

I tecnici delle ministero attribuiscono il calo riscontrato all’introduzione del “jobs act”, che ha determinato una decisa virata a favore delle assunzioni di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato piuttosto che verso rapporti di lavoro autonomo con partita Iva.

 

Come di consueto, l’elaborazione analizza i dati per natura giuridica, ripartizione territoriale, settore produttivo, caratteristiche anagrafiche. Analizzando i dati per natura giuridica non cambiano i posti in graduatoria: in netto vantaggio, come al solito, le persone fisiche, alle quali spetta il 77,2% delle nuove attività con partita Iva, confermano il loro secondo posto le società di capitali, con il 17,5%, seguite dalle società di persone, che ottengono il 4% del totale, infine, l’1,2% è quel che rimane ai “non residenti” e alle “altre forme giuridiche”.

 

A differenza dello scorso mese, il decremento più consistente non riguarda le persone fisiche, che scendono di 4,7 punti percentuali rispetto ad agosto 2014, ma le forme societarie: giù dell’19,4% le società di persone e dell’11,1% quelle di capitali, che, invece, a luglio erano salite di sei punti percentuali.

 

Pressoché sovrapponibile alla precedente rilevazione la distribuzione sul territorio, che assegna circa il 42% delle nuove aperture al Nord, il 21,7% al Centro e il 36,1% al Sud e alle Isole. Trend positivo, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, soltanto per la provincia di Trento e le regioni Abruzzo e Sardegna. I risultati più critici sono quelli registrati in Basilicata (-22,4%), Lazio (-12,2%) e Toscana (-11,5%).

 

Tra i settori produttivi, il commercio assorbe un quarto delle nuove partite Iva attribuendosi il 25,3% del totale, seguono le attività professionali (11,4%) e dall’agricoltura (10,4%). Più nel dettaglio, salgono i comparti istruzione (+11,7%), sanità (+2,1%) e attività immobiliari (+1,8%), scendono consistentemente trasporti (-18%), edilizia (-13,3%) e servizi d’informazione (-12,2%).

 

La sintesi conferma, sotto il profilo delle caratteristiche anagrafiche, la supremazia degli uomini (62,7% del totale) rispetto alle donne e praticamente non dice nulla di nuovo riguardo alle statistiche diffuse lo scorso mese a proposito della suddivisione per età: circa la metà delle nuove aperture spetta ai giovani fino a 35 anni (che perdono però anche più di tutti rispetto allo stesso periodo del 2014, ossia 6,8 punti percentuali) e il 34,1% ai soggetti tra i 36 e 50 anni.

 

Come di consueto, la sintesi, in chiusura, fa il punto su quanti, tra le new entry, hanno aderito al nuovo regime forfetario e al regime fiscale di vantaggio: nello scorso mese di luglio 1.249 contribuenti hanno scelto il primo, 4.016 il secondo. In poche parole, il 32,4% del totale delle nuove aperture hanno optato per uno dei due sistemi agevolativi. Dal Df ricordano che la doppia chance offerta dal decreto “milleproroghe” (Dl 192/2014) è valida solo per quest’anno, da gennaio 2016 resterà in vigore solo il regime forfetario.