locazioneLa Tasi sarà cancellata anche per chi è in affitto. Lo ha dichiarato ieri il mi­nistro dell’economia, Pier Carlo Padoan, nel corso del question time nell’aula di Montecitorio dedicato a temi d’attualità fi­scale e pensionistica, occasione per confermare, fra l’altro, che venerdì l’esecutivo esaminerà la nota di aggiornamento del Def, Documento di economia e finanza, sottolineando che «l’indebitamento per quest’an­no sarà al 2,6%». «È corretto», sono state le parole del titolare di via XX settembre, «un intervento fina­lizzato all’elimina­zione della Tasi per la prima casa sia per possessori, sia per i detentori».

 

E, per­tanto, si andrà verso la «modifica della disciplina» della tassa sulla casa principale, «evitando disparità fra i contribuenti». Ma la misura, ha fatto sapere la Con­fedilizia, «in assenza di specificazioni sa­rebbe inaccettabile, perché si risolverebbe in un aumento di imposizione sui proprietari che affittano», men­tre occorrerebbe non soltanto «eliminare la quota a carico dei detentori», ma «ridurre in via generale il tributo per gli immobili locati».

 

Com’è noto, attualmente, l’inquilino è chiamato a versare la TASI nella misura, stabilita dal comune nel regolamento, compresa fra il 10 e il 30 per cento dell’ammontare complessivo della TASI. La restante parte e’ corrisposta dal titolare del diritto reale sull’unita’ immobiliare. In sostanza con la revisione dell’imposta sugli immobili il beneficio sarà esteso anche agli inquilini. Nessun adeguamento, invece, per gli studi di settore, come richiedeva la Lega Nord giacché «sono stati introdotti corretti­vi che tengano conto di alcuni effetti specifici della crisi», e si è registrato «un costante aumento percentuale dei sog­getti congrui».

 

Potrebbero esserci correzioni, al contrario, per togliere dal limbo gli esodati, migliaia di ex dipendenti che hanno abbandonato il posto grazie ad accordi aziendali, ma che le nuove regole della riforma dell’ex ministro Elsa Fornero (214/2011) hanno lasciato privi sia dello sti­pendio, sia della prestazione previdenziale. Rispondendo a un’interrogazione del M5s, Padoan ha annunciato che «il governo sta valutando la possibilità, l’estensione e l’incidenza di una nuova salva­guardia» , dopo che dal 2012 sono stati effettuati sei in­terventi normativi «che han­no interessato circa 120.000 persone».