etichette alimentariDopo il Cdm che ha reintrodotto l’obbligo di indicazione dello stabilimento di produzione alcune precisazioni per evitare che le Imprese rischino oneri aggiuntivi.

 

L’aver attribuito anche al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali la competenza in materia di etichettatura dei prodotti alimentari rischia di produrre una grave penalizzazione per tutto il sistema distributivo italiano. E la reintroduzione dell’obbligo di indicazione in etichetta dello stabilimento di produzione ne è il primo esempio: questo il commento di Confcommercio all’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della delega per il recepimento del regolamento 1169/2011 in materia di etichettatura.

 

Infatti – prosegue la nota – questo provvedimento non solo non è una misura che aumenta la competitività del made in Italy, ma rischia anche di tradursi in costi e oneri aggiuntivi per i soli operatori nazionali considerato che la norma si potrà applicare solo ai prodotti confezionati in Italia non essendo prevista a livello europeo e configurandosi, pertanto, come un chiaro caso di gold plating.

 

Per questi motivi Confcommercio chiede che venga quanto meno assicurato a tutte le imprese della distribuzione italiana un congruo lasso di tempo per smaltire i prodotti già etichettati (senza l’indicazione dello stabilimento) e critica fortemente l’ipotesi, peraltro non prevista nel regolamento 1169 del 2011, dell’introduzione di un obbligo generalizzato di indicazione dell’origine degli ingredienti. Materia che, in ogni caso, impone un ampio confronto con tutti i soggetti interessati.