donneL’ipotesi potrebbe essere accolta dal Governo nell’ambito della flessibilità in uscita che sarà discussa nella legge di stabilità.

 

Chiedono la proroga della possibilità di accedere alla pensione con 57 anni e 35 anni di contributi con il ricalcolo contributivo dell’assegno sino al 31 dicembre 2018. Sono le iscritte al neo nato gruppo su facebook ‘opzione donna proroga al 2018’ che in pochi giorni grazie al tam tam sul web hanno raggiunto oltre 1500 adesioni. Un risultato eccezionale sottolineano le coordinatrici del Gruppo a testimonianza di quanto sia sentita la questione nell’opinione pubblica.

 

Si tratta delle ‘sorelle minori’ delle lavoratrici iscritte al ‘Comitato Opzione donne’ che a settembre dovrebbero avere la certezza di aver vinto la loro battaglia contro l’Inps. La c.d opzione donna, che consentirà l’accesso alla pensione anticipata a 57 anni o 58 ( se autonome), verrà estesa a tutte coloro che matureranno i requisiti entro il 31/12/2015. Anche l’ultimo nodo critico sull’aspettativa di vita, che lascerebbe fuori le nate negli ultimi trimestri del 1958 e 57, sembrerebbe in via di risoluzione, pare infatti che si sia trovato l’accordo per eliminare sia le finestre mobili, quanto l’incremento determinato dall’aspettativa di vita.

 

Forti della vittoria delle sorelle maggiori, queste lavoratrici più giovani si stanno mobilitando, con ogni mezzo pur di farsi ascoltare, certe che se ottenessero la giusta visibilità, la loro richiesta potrebbe essere accolta dal Governo Renzi. Lo stesso Boeri, fin troppo attento ai conti pubblici, si è infatti più volte detto favorevole alla pensione col metodo contributivo e non si è mai opposto, in passato, alla richiesta di revisione delle circolari 35/37 che avevano limitato l’accesso ad oltre 6.000 lavoratrici.

 

Le coordinatrici del gruppo chiedono quindi l’estensione per tre anni dell’opzione donna, portando di fatto la scadenza del regime sperimentale al 31 dicembre 2018. Un obiettivo condiviso anche da diverse forze politiche che in questi ultimi anni hanno depositato in Parlamento piu’ progetti di legge in tal senso (l’ultimo in ordine cronologico è il ddl 1843 depositato dalla Senatrice Emanuela Munerato della Lega Nord). La parola spetterà ora al Governo che dovrà indicare la strada nel solco dei provvedimenti sulla cd. flessibilità in uscita.