Per il presidente di Confcommercio il Governo deve “scommettere sulla ripresa iniziando già dal prossimo anno un percorso certo, progressivo e sostenibile di riduzione della pressione fiscale” . La Confederazione propone di ridurre di 1 punto percentuale ciascuna delle attuali cinque aliquote Irpef.
Ci sono oggi nel Paese “segnali di ripresa effettiva, seppure timida”. Ma questa ripresa “va consolidata anche perché esposta non solo alle insidie interne ma anche a quelle internazionali” e “va trasformata in vera crescita”. Per farlo, “non esiste alternativa: bisogna ridurre la spesa pubblica che non è solo troppo alta, ma anche mal distribuita”. Così Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, nel suo intervento al convegno “Meno tasse meno spesa, binomio della ripresa”. Giù la spesa, allora. Ma come? Per Sangalli occorre percorrere “una strada a due corsie”: “quella di marcia è la lotta agli sprechi e alle inefficienze”, mentre “quella di sorpasso riguarda la ridefinizione del perimetro dell’azione pubblica” evitando però “tagli lineari e indiscriminati” e valorizzando invece “la buona spesa con interventi attenti, puntuali e mirati di aggressione agli sprechi e di riduzione delle inefficienze non solo sulle Amministrazioni centrali ma anche su quelle locali”.
Con le risorse che ne deriverebbero per il bilancio pubblico si potrebbe – è la proposta di Confcommercio – ridurre di 1 punto percentuale ciascuna delle attuali 5 aliquote Irpef. “Un intervento – ha specificato Sangalli – che costerebbe complessivamente poco meno di 8 miliardi di euro”. E che sarebbe benedetto perché “questa pressione fiscale a livelli record è un carico insopportabile per le famiglie e le imprese ed è incompatibile con qualsiasi realistica possibilità di crescita del Paese”. D’altra parte, per il presidente di Confcommercio, “non si può immaginare di far quadrare i conti, in una moderna democrazia economica, ricorrendo sempre all’aumento delle tasse” e perciò “va scongiurata in tutti i modi l’attivazione delle clausole di salvaguardia che comporterebbe un aggravio di 70 miliardi di tasse in più nei prossimi tre anni”.
Il Governo deve invece “scommettere sulla ripresa iniziando già dal prossimo anno un percorso certo, progressivo e sostenibile di riduzione della pressione fiscale” varando finalmente quella riforma fiscale (la “madre di tutte le riforme” l’ha definita Sangalli”) che ancora latita e di cui gli imprenditori del terziario di mercato “hanno estremamente bisogno per la gestione delle proprie attività”. Confcommercio chiede allora “con forza al Governo ed al Parlamento di intervenire, con urgenza, per accelerare i tempi e completarne l’attuazione”. Con due parole chiave: “semplificare e ridurre”, per realizzare “il sogno di tanti imprenditori del commercio, del turismo, dei trasporti e dei servizi” che chiedono – ha concluso Sangalli – “pochi tributi semplici da pagare, riduzione generalizzata delle aliquote Irpef, adozione di fabbisogni e costi standard”.