venetoElena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione e alla formazione, considera la nuova legge sulla scuola una prova dichiarata di centralismo, perché cancella le graduatorie di immissione in ruolo su base territoriale ed espropria le regioni delle competenze garantite dall’articolo 116 della Costituzione. E pensa al ricorso.

 

Pertanto attraverso il comunicato stampa n. 895 del 14/7/2015  afferma: “Chiedo che il Veneto impugni la riforma Renzi sulla cosiddetta ‘buona scuola’. La legge approvata nei giorni scorsi dal Parlamento e firmata oggi dal presidente Mattarella rappresenta l’esatto contrario di quell’autonomia e di quel federalismo che la Costituzione riconosce alle Regioni. E tradisce le esperienze di ‘buona scuola’ già in essere”.

 

La stessa Donazzan continua dicendo: “Lunedì prossimo proporrò alla Giunta di costruire un robusto e articolato ricorso contro la legge, perché sia riconosciuta alla Regione quell’autonomia concreta che ci meritiamo, forti della sperimentata collaborazione che abbiamo in essere con l’Ufficio scolastico regionale, emanazione diretta del Ministero, del lavoro di razionalizzazione che abbiamo svolto con il dimensionamento degli istituti scolastici e, soprattutto, delle importanti risorse che la Regione Veneto investe nel sistema scolastico, in sostituzione dello Stato“: 84 milioni l’anno nella formazione professionale, dove 20mila giovani assolvono all’obbligo scolastico e si garantiscono un accesso al mondo del lavoro, 20 milioni l’anno per sostenere le scuole d’infanzia paritarie, frequentate da due terzi dei bambini veneti tra i 2 e i 6 anni, 1,8 milioni di euro per finanziare l’alternanza scuola-lavoro e oltre 10 milioni di euro per rafforzare le conoscenze linguistiche degli studenti delle superiori”.

 

Con questo comunicato stampa si apre una breccia contro la nuova legge di riforma del sistema scolastico, in altre parole inizia una nuova fase: quella dei ricorsi.