scattiTra le varie novità contenute nella buona scuola, provvedimento che si accinge ad essere licenziato in via definitiva dalla Camera, c’è l’introduzione, a favore delle persone fisiche, degli enti non commerciali e dei soggetti titolari di reddito d’impresa, di un credito d’imposta pari al 65% delle «erogazioni liberali in denaro» – il cd. school bonus – destinate nel 2015 e nel 2016 «agli investimenti in favore di tutti gli istituti del sistema nazionale di istruzione, per la realizzazione di nuove strutture scolastiche, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti e per il sostegno a interventi che migliorino l’occupabilità degli studenti». Anche per le erogazioni effettuate nel 2017 spetterà il credito d’imposta, ma nella misura del 50 per cento.

 

Si tratta di una agevolazione che sarà concessa, in pratica, a chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all’occupabilità degli studenti; ed avrà un beneficio fiscale in sede di dichiarazione dei redditi. Nel passaggio al senato, però, si è introdotto un limite massimo di 100mila euro per le donazioni per ciascun periodo di imposta.

 

C’è anche un fondo per evitare disparità fra istituti, pari al 10% dell’ammontare delle erogazioni totali. Una quota pari al 10 per cento delle somme complessivamente versate sarà assegnata alle istituzioni scolastiche che risultano destinatarie delle erogazioni liberali in un ammontare inferiore alla media nazionale, secondo le modalità definite con un decreto ministeriale. Le scuole che riceveranno le somme dovranno darne pubblica comunicazione e indicare la destinazione e dell’utilizzo delle erogazioni stesse tramite il proprio sito web istituzionale, “nell’ambito di una pagina dedicata e facilmente individuabile, e nel portale telematico del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca”.