«La Fatturazione Elettronica ha le carte in regola per essere l’innesco in grado di stimolare un grande cambiamento digitale nel nostro Paese», spiega Paolo Catti dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano. Ora la sfida è per il mondo delle imprese B2B, dove l’obbligo verso la PA può rappresentare lo stimolo per lo sviluppo e la diffusione delle relazioni digitali.
Oltre 22.000 Enti pubblici, a cui corrispondono circa 53.000 uffici, ora possono ricevere esclusivamente fatture in formato elettronico strutturato, circa 7,7 milioni di fatture elettroniche sono già stati trasmessi al Sistema di Interscambio, con un tasso di scambio che si è progressivamente ridotto fino a raggiungere il 10% del totale nel mese di maggio, rispetto ai valori tra il 20% e il 17% dei due mesi precedenti. Il sistema si va assestando verso 50 milioni di fatture che ogni anno i fornitori invieranno alle Pubbliche Amministrazioni loro clienti.
È questo il bilancio positivo della Fatturazione Elettronica a due mesi dall’estensione dell’obbligo a tutta la PA: di fatto si tratta della prima vera e propria digitalizzazione “di massa” che ha interessato un intero settore del sistema economico con l’adozione di un’innovazione pervasiva ed epocale, che rappresenta uno stimolo verso la rivoluzione dell’intero ecosistema dei suoi fornitori.
«La Fatturazione Elettronica ha le carte in regola per essere l’innesco in grado di stimolare un grande cambiamento digitale nel nostro Paese – ha sottolineato Paolo Catti, Co-Direttore della Ricerca dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano, nel corso del convegno “Dopo la PA, il Digitale (ri)entra nel Business” -. Dopo le iniziali difficoltà di adattamento, naturali e in qualche caso anche potenzialmente dolorose, imparare a cavalcare, piuttosto che subire, l’ondata di innovazione può aprire a opportunità che sono state troppo spesso trascurate nel passato. Occorre vivere questo sforzo nella consapevolezza che si sta andando verso un nuovo modello digitale su cui impostare e costruire relazioni di business»
E lo sforzo è ancora in atto: non tutti gli uffici registrati sull’Indice delle PA in realtà hanno già ricevuto una fattura Elettronica. Degli oltre 53.000 uffici attivi, circa l’80% (42 mila) dal 6 giugno a oggi è stato destinatario di almeno una fattura Elettronica inoltrata dal Sistema di Interscambio, evidenziando un margine di crescita non trascurabile del 20%. All’appello poi mancano soprattutto molte imprese private. Sono circa 300.000 i fornitori che hanno già inviato fatture elettroniche, che rappresentano solo una piccolo fetta dei circa 2 milioni di fornitori che ogni anno ne inviano almeno una a un Ente della PA.
Ciò non toglie che il processo di innovazione digitale all’interno della PA sia stato innescato. E i benefici sono tangibili: gestire le relazioni commerciali con i fornitori che inviano le fatture in formato elettronico strutturato e rivedere in chiave digitale i processi interni di gestione delle fatture sono solo due dei molteplici esempi. L’obbligo di Fatturazione Elettronica verso la PA sta infatti portando anche un interessante fermento nell’offerta di servizi e soluzioni di Digitalizzazione: sono oltre 200 i provider che hanno già deciso di offrire sul mercato soluzioni e servizi dedicati. Ora la sfida riguarda il mondo delle imprese B2B, dove l’obbligo di Fatturazione Elettronica verso la PA può stimolare ulteriormente lo sviluppo e la diffusione delle relazioni digitali.