Rete Imprese Italia in audizione alla Camera sul Dl 65/15, che contiene disposizioni in materia di pensioni, ammortizzatori sociali e garanzie Tfr. Parere favorevole anche all’ulteriore finanziamento di un miliardo alla cassa in deroga e sul rifinanziamento dei contratti di solidarietà di tipo B.
Rete Imprese Italia condivide “la soluzione adottata dal Governo per adeguare la normativa esistente in materia di rivalutazione automatica delle pensioni alla sentenza della Corte costituzionale, privilegiando la tutela dei titolari di trattamenti previdenziali meno elevati. Una soluzione che garantisce il rispetto delle regole di bilancio europee ed evita l’apertura di una procedura per deficit eccessivo”. E’ il commento espresso dal soggetto unitario di rappresentanza delle pmi e dell’impresa diffusa nel corso dell’audizione sul Dl 65/15, che contiene disposizioni in materia di pensioni, ammortizzatori sociali e garanzie Tfr, tenuta di fronte ai componenti della XI Commissione della Camera.
Rete Imprese Italia ha espresso parere favorevole anche sull’ulteriore finanziamento di un miliardo alla cassa in deroga e sul rifinanziamento dei contratti di solidarietà di tipo B, l’ammortizzatore sociale che interviene quando viene ridotto l’orario di lavoro nelle piccole imprese dell’artigianato e del commercio. Ha ribadito, invece, la sua valutazione contraria al Tfr in busta paga per i problemi, soprattutto in tema di costi e mancanza di liquidità, che potrebbe comportare per le imprese.
Garantire la rivalutazione dei trattamenti pensionistici per il biennio 2012/2013 secondo la disciplina precedentemente in vigore (Legge n. 388/2000), comporterebbe degli effetti sul bilancio pubblico di notevole rilevanza, i cui valori stimati non consentirebbero all’Italia di rispettare le regole di bilancio europee, con la conseguente apertura di una procedura per deficit eccessivo nei confronti del nostro Paese.
Posto che il contenimento della spesa pubblica e l’equilibrio di bilancio costituiscono obiettivi di irrinunciabile rilevanza, R.ETE. Imprese Italia, tuttavia, ritiene che non possano essere ignorati altri princìpi di rango costituzionale, tra i quali il principio di “adeguatezza” della prestazione pensionistica, di cui all’art. 38 della Costituzione. Soprattutto per i trattamenti pensionistici di importo più esiguo, infatti, la perequazione automatica rappresenta un valido strumento di adeguamento del reddito al potere di acquisto, favorendo con ciò i consumi delle famiglie e la domanda interna ed evitando, altresì, di ampliare la forbice dei cittadini collocati sotto la soglia di povertà e a rischio di esclusione sociale.
Il doveroso contemperamento tra principio di adeguatezza e principio dell’equilibrio di bilancio e degli obiettivi di finanza pubblica, di cui all’art. 81 della Costituzione, costituisce la contraddizione di più difficile composizione.
A questo proposito, R.ETE. Imprese Italia, responsabilmente ritiene necessario contestualizzare il blocco della perequazione automatica per i trattamenti superiori a tre volte il trattamento minimo, per gli anni 2012 e 2013, posto in essere dal c.d. “Decreto Salva-Italia” del Governo Monti.
Appare opportuno, infatti, tenere a mente la situazione di estrema gravità economica e finanziaria in cui versava il nostro Paese, e l’Europa tutta, nel periodo della riforma varata nel 2011. Soprattutto in quella fase, infatti, le tensioni sui mercati si sono intensificate in Italia e le sorti del nostro Paese sarebbero state decisive per la sopravvivenza, tanto economica, quanto politica, dell’Europa intera.
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