IVAFESecondo il presidente di Confcommercio, “dopo una crisi durata sette anni, durante la quale si sono persi 2.100 euro di consumi annui pro capite la ripresa va sostenuta con la domanda interna”. “Preoccupa la caduta a maggio della fiducia delle famiglie e l’aumento della tassazione legata alle clausole di salvaguardia che potrebbe bloccare i consumi”.

 

La ripresa va sostenuta con la domanda interna e la spesa per consumi, facendo attenzione a non aumentare l’Iva secondo quanto prevede la clausola di salvaguardia per i conti pubblici. Lo ha affermato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, a margine dell’assemblea delle imprese del settore idrotermosanitario. “Dopo una crisi durata sette anni, durante la quale si sono persi 2.100 euro di consumi annui pro capite – ha detto – la ripresa va sostenuta con la domanda interna.

 

Preoccupa la caduta a maggio della fiducia delle famiglie e l’aumento della tassazione legata alle clausole di salvaguardia che potrebbe bloccare i consumi”. Sangalli è pronto a “riconoscere i meriti del governo, ad esempio per quanto fatto con il Jobs act. Il vero problema, però, è la domanda interna che vale l’80% del Pil. Bisogna ottenere una riduzione della pressione fiscale, degli sprechi della pubblica amministrazione e dell’evasione fiscale, i cui proventi devono essere immediatamente utilizzati per ridurre le aliquote Irpef”.

 

Sulla ripresa, intanto, Ocse e Bce “vedono” un po’ più rosa. Per l’organizzazione parigina il Pil italiano dovrebbe crescere dello 0,6% nel 2015 e dell’1,5% nel 2016, grazie anche a una ripresa dei consumi privati, mentre per l’Eurozona la stima è di +1,4% e +2,1% rispettivamente. La Banca centrale, invece, “vede” +1,5% e +1,9%.

 

Continua il flusso di notizie se non buonissime almeno confortanti per la ripresa economica in Italia e nell’Eurozona. Secondo l’outlook semestrale Ocse, infatti, il Pil del nostro Paese “dopo una lunga recessione” dovrebbe crescere dello 0,6% nel 2015 e dell’1,5% nel 2016. Saranno le esportazioni che continueranno a sostenere la crescita, ma la ripresa si estenderà ai consumi privati.

 

Nelle precedenti stime l’organizzazione internazionale vedeva un Pil 2015 sempre al +0,6%, ma per il 2016 ipotizzava una crescita inferiore, pari al +1,3%. Allargando lo sguardo all’Eurozona, l’Ocse conferma un leggero miglioramento delle prospettive: +1,4% per il 2015 (stima confermata) e +2,1% per il 2016 (era +2%). Da parte sua la Bce ha confermato, per bocca del presidente Mario Draghi, le stime già diffuse a marzo pari a una crescita nell’Eurozona dell’1,5% nel 2015, dell’1,9% nel 2016 e del 2% nel 2017.