L’ambiente è un bene di tutti che dobbiamo salvaguardare per consegnarlo alle prossime generazioni in condizioni non peggiori di quelle in cui lo abbiamo ricevuto». Parole di Aldo de Chiara, ora avvocato generale presso la corte di appello di Salerno, per sei anni a capo della sezione ambiente e territori della procura di Napoli, dove ha condotto indagini su rifiuti, abusivismo edilizio e disastri ambientali.
La battaglia per il ddl ecoreati è stata molto lunga, parliamo di trent’anni di lotte da parte di movimenti ambientalisti e cittadini. La tutela dell’ambiente è sempre stato un tema poco considerato in Italia, soprattutto da parte della politica. Perché?
Innanzitutto c’è un ritardo culturale che caratterizza non solo la classe politica, ma anche settori della magistratura. In secondo luogo una tutela rafforzata dell’ambiente può andare a collidere con grossi interessi imprenditoriali e comprimere, secondo un’ottica da superare, l’iniziativa economica.
Questa legge ha attirato critiche da parte di alcuni esperti secondo i quali la presenza dell’avverbio “abusivamente” precluderebbe la possibilità di punire impianti come l’Ilva che hanno inquinato senza violare di fatto le norme.
Non c’è dubbio che l’osservazione critica mossa da esperti in materia abbia un suo fondamento. Però l’avverbio “abusivamente” può anche riguardare situazioni di fatto coperte solo apparentemente da autorizzazioni o da provvedimenti amministrativi. Se questi provvedimenti amministrativi si possono ritenere illegittimi o frutto di illeciti penali veri e propri, io credo che si possa sostenere l’esistenza dell’avverbio “abusivamente” e che sia possibile procedere tranquillamente.
Corruzione e reati contro l’ambiente: c’è un legame stretto fra le due questioni, come abbiamo visto nelle recenti inchieste. Finora è stato fatto abbastanza?
Vorrei far notare che nella legge appena approvata è stato inserito un elemento molto importante: l’aggravante mafiosa. Qualora ci fosse il coinvolgimento di pubblici ufficiali, inoltre, la pena è aumentata in maniera rilevante. Quindi si va giù in maniera pesante contro possibile collusioni di pubblici ufficiali.
Nella lotta all’ecomafia le viene in mente qualcosa che non è ancora stato fatto?
È necessario un intervento legislativo che si pone nella stessa prospettiva del disegno di legge sugli ecoreati, con riferimento a reati che riguardano lo sviluppo urbanistico edilizio e che quindi offendono il territorio, perché su questo siamo molto indietro. Noi abbiamo ancora le contravvenzioni, reati nani che si prescrivono in tempi brevissimi, impedendo in caso di accertamento del reato di ordinare la demolizione, con gravi danni alla tutela del territorio.
In materia di abbattimento di edifici abusivi, il ddl Falanga prevede l’inserimento di criteri di priorità nella demolizione. Questo non rende più difficile l’attività dei magistrati?
Mi sono già espresso in modo critico nei confronti di questo disegno di legge perché con i criteri di priorità si rischia di bloccare l’iter procedurale, già molto lento, che porta alla demolizione perché occorre svolgere una serie di accertamenti per capire se un immobile rientri in una categoria o in un’altra.