Corsa contro il tempo al ministero dell’Economia per ‘sterilizzare” l’aumento delle accise su benzina e gasolio che scatterebbero dal primo luglio dopo lo stop Ue al reverse charge Iva nella grande distribuzione.
Il ministro Pier Carlo Padoan seguiva il dossier con attenzione e, a differenza della mazzata della consulta sulle pensioni, non e’ stato preso di sorpresa dalla decisione Ue. Ma la decisione dovra’ essere presa con rapidita’ per disinnescare l’aumento fiscale che potrebbe frenare i primi segnali di ripresa
dell’economia.
Il cantiere dei conti pubblici e’ aperto. Il governo e’ al lavoro sulla spending review: il consigliere economico del premier Renzi, Yoram Gutgeld ha attivato ben 15 tavoli di lavoro. Al Tesoro, poi, si seguono con attenzione le dinamiche delle altre possibile ‘mine’ delle quali e’ disseminato il sentiero da qui alla fine dell’anno: sia sul fronte europeo sia su quello della Corte Costituzionale.
L’Ue ora deve esaminare deve esaminare un’altra norma della legge di Stabilita’, lo split payment, in base alla quale le amministrazioni pubbliche pagano al fornitore la somma dovuta ma versano l’Iva direttamente all’erario. Le ultime indiscrezioni sembrano rassicurare su un via libera di Bruxelles.
Ci sono poi le sentenze della Consulta che recentemente ha penalizzato le scelte fatte nel passato: dalla Robin Tax di Tremonti all’azzeramento dei dirigenti delle agenzie fiscali, fino al blocco delle pensioni deciso da Monti/Fornero. Capitoli spinosi ce ne sono ancora. La prossima settimana, il 26 maggio, dovra’ decidere sull’aggio dell’8% chiesto da Equitalia sulle somme riscosse (vale 2-3 miliardi) e poi il 23 giugno sul blocco, che oramai dura da anni, dei salari dei dipendenti pubblici.
Per il Tesoro sarebbe quest’ultima una stangata da 12 miliardi, difficile da parare. Ma ora il ministero dell’Economia, chiuso il capitolo del rimborso delle pensioni, deve affrontare la nuova grana aperta dalla decisione della commissione europea di non consentire il meccanismo di inversione del pagamento dell’Iva per i supermercati. Impensabile che il governo decida di far crescere il deficit. Cosi’ le strade da percorrere sembrano solo due, o forse si scegliera’ un mix di entrambe: la prima prevede di recuperare le risorse da micro-tagli all’interno dei bilanci dei ministeri, la seconda nello stimare gli incassi della voluntary disclosure per il rimpatrio dei capitali. Quest’ultima misura e’ gia’ stata usata per complessivi 670 milioni come coperture di un decreto, ma il gettito previsto per quest’anno e’ superiore. Il problema e’ che non e’ strutturale, non vale per i prossimi anni.
A questo pero’ penserebbero i 15 tavoli sulla spending review targata Gutgeld. I tagli andranno avanti coinvolgendo gli enti locali (con una estensione dei costi standard) e le loro societa’ partecipate, con piani di razionalizzazione che partiranno dal trasporto locale alla raccolta dei rifiuti.
Ma non rimarranno escluse le amministrazioni centrali. ”Razionalizzazione” e’ prevista anche per la gestione degli immobili pubblici e per l’acquisto di beni. Nel capitolo ”spending”, ma l’effetto sara’ fiscale, e’ poi inserita la modifica delle agevolazioni fiscali (le tax expenditure) e degli incentivi per le imprese.