Non possono beneficiare dell’imposta ridotta e scontano quella ordinaria le cessioni degli apparecchi adoperati in odontoiatria per effettuare la fresatura dell’impianto.
Alle cessioni di macchina fresatrice per protesi dentarie si applica l’aliquota Iva ordinaria del 22 per cento. Il prodotto non è riconducibile agli “oggetti ed apparecchi di protesi dentaria” che, secondo le indicazioni del punto 30) della Tabella A, parte II, allegata al Dpr 633/1972, prevedono, invece, l’aliquota Iva ridotta al 4 per cento. E’, in sintesi, quanto chiarito con la risoluzione n. 46/E dell’8 maggio.
L’Agenzia delle Entrate, sentito anche il parere delle Dogane, ha evidenziato che la macchina fresatrice per protesi dentarie, classificata all’attuale voce doganale 9018 4990 non può essere ricondotta fra i beni che beneficiano dell’aliquota Iva ridotta. Il punto 30) della citata Tabella A, infatti, nel prevedere l’aliquota Iva del 4%, per le cessioni di “apparecchi di ortopedia (comprese le cinture medico- chirurgiche); oggetti ed apparecchi per fratture (docce, stecche e simili); oggetti ed apparecchi di protesi dentaria, oculistica ed altre; apparecchi per facilitare l’audizione ai sordi ed altri apparecchi da tenere in mano, da portare sulla persona o da inserire nell’organismo, per compensare una deficienza o una infermità”, richiama, invece, la voce doganale 90.19 (che attualmente corrisponde alla voce 90.21).
Pertanto, sono superate le indicazioni fornite con la risoluzione n. 431/E del 2008, con cui l’Agenzia aveva ritenuto applicabile alle cessioni di strumenti usati per il confezionamento di protesi (fra cui dime chirurgiche, guide per la fresatura dei prodotti, software per inserire l’impianto) l’Iva al 4 per cento.