Variazione nulla rispetto a febbraio e crescita tendenziale dello 0,4% per l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC): diversi elementi contraddittori impediscono alla ripresa di assumere quel vigore necessario per un significativo recupero dei livelli produttivi ed occupazionali. Deflazione verso il rientro.
L’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra a marzo 2015 una variazione nulla rispetto a febbraio ed una crescita dello 0,4% tendenziale mostrando una stabilizzazione in termini di media mobile a tre mesi.
La scarsa dinamicità dei consumi, che confermano comunque il graduale trend di ripresa, si inserisce in un contesto generale che, seppure in moderato miglioramento, è caratterizzato da grande incertezza. Questo anche perché diversi elementi contraddittori impediscono alla ripresa di assumere quel vigore necessario per un significativo recupero dei livelli produttivi ed occupazionali. La variazione nulla rispetto a febbraio sintetizza una stabilità della domanda per i beni e un calo limitato della domanda di servizi (-0,1%). Relativamente alle singole macro-funzioni di spesa, modesti valori positivi hanno riguardato la dinamica della spesa per i beni e i servizi ricreativi (+0,2%), in lieve ripresa da febbraio, gli alimentari, le bevande e i tabacchi (+0,2%), che recuperano in parte la perdita registrata nel mese precedente, i beni e i servizi per le comunicazioni (+0,1%). Una riduzione della spesa di scarso rilievo, rispetto a febbraio, si è riscontrata per i beni e i servizi per la mobilità (-0,2%), anche se il mercato delle auto ha evidenziato negli ultimi mesi segnali di decisa ripresa.
Anche per gli alberghi, i pasti e i consumi fuori casa, per i beni e i servizi per la cura della persona e per i beni e i servizi per la casa, la riduzione è stata molto contenuta (-0,1%). La dinamica tendenziale, in crescita rispetto al mese precedente, è invece il risultato dell’andamento positivo della sola domanda per i beni (+0,5%) mentre la domanda di servizi, dopo gli incrementi registrati nei primi due mesi dell’anno, è rimasta stabile. A marzo variazioni positive si sono riscontrate, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, per i beni e i servizi per le comunicazioni (+3,8%), per i beni ed i servizi per la mobilità (+3,0%) e, con valori più contenuti, per i beni e i servizi ricreativi (+0,1%); è rimasta invariata la spesa per gli alberghi, i pasti e le consumi fuori casa dopo il modesto incremento nei primi due mesi dell’anno.
Una riduzione dei consumi, su base annua, si è registrata per l’abbigliamento e le calzature (-0,8%) segmento che, escluso il mese di gennaio tradizionalmente legato ai saldi, non mostra sicuri segnali di ripresa. Più modesto è stato il calo della spesa per quanto riguarda i beni e i servizi per la cura della persona (-0,5%), gli alimentari, le bevande e i tabacchi (-0,3%), i beni e i servizi per la casa (-0,2%). Per quanto riguarda infine l’inflazione, sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di maggio 2015 l’Urfficio Studi Confcommercio stima, rispetto ad aprile, una variazione nulla dei prezzi, mentre rispetto ad aprile 2014 ci dovrebbe essere una crescita dello 0,1%, che realizzerebbe dunque l’uscita dalla deflazione.