Per le imprese europee la qualità ambientale dei prodotti e dei servizi, ma anche delle organizzazioni, è ormai diventata un elemento fondamentale di competitività. Per valutare la qualità ambientale la metodologia più utilizzata è la Valutazione del Ciclo di Vita (Life Cycle Assessment, LCA) che considera l’intero ciclo di vita di un prodotto, dall’estrazione delle materie prime alla produzione e all’uso fino al riutilizzo e allo smaltimento di rifiuti, valutando gli effetti dell’intera filiera sulla salute umana, gli ecosistemi e le risorse naturali.
Le informazioni sull’impatto di prodotti e servizi sull’ambiente devono essere fornite con nuove modalità, basate sull’elaborazione di una rilevante quantità di dati di assoluta affidabilità. Per far fronte a questa esigenza è stato realizzato un apposito Network, il Life Cycle Data, che si propone di collegare in rete banche dati europee e non, che utilizzano analoghi criteri di qualità e di coerenza metodologica. Il network, che è stato sviluppato da JRC, Joint Research Center, e dalla DG Ambiente della Commissione Europea, nell’ambito della politica europea per l’uso efficiente delle risorse, viene presentato oggi a Bruxelles, nell’ambito delle azioni previste dalla Comunicazione del 2013 “Un mercato unico per i prodotti verdi”, e in risposta alle strategie europee per il 2020.
Per l’Italia, è stato realizzato dal Ministero dell’Ambiente con il supporto tecnico e scientifico dell’ENEA, un dimostrativo di Banca Dati Italiana di LCA, che riguarda per ora il settore agroalimentare, e che costituisce il primo nucleo nazionale del Life Cycle Data Network.
Prendono parte all’iniziativa aziende italiane leader nella valutazione della qualità ambientale dei propri prodotti, che mettono a disposizione i propri dati, come Eridania, Granarolo, Coop Italia, San Benedetto.
Paolo Masoni, ricercatore dell’ENEA che ha collaborato al progetto con il suo team, sottolinea che: “L’ENEA è da tempo impegnata a favorire la diffusione della metodologia LCA e con la realizzazione del nodo italiano del Life Cycle Data Network, ha constatato l’impegno e la volontà delle imprese nazionali a contribuire alla costituzione di una banca dati nazionale di LCA, anche con la partecipazione di competenze tecniche specialistiche”.
FONTE: Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile)