Piano industriale Poste Italiane SPA 2015/2019: razionalizzazione degli Uffici Postali nei Comuni.
Il Piano in oggetto prevede la chiusura di 455 uffici postali e la riduzione di orario di aperture giornaliere per altri 609 sportelli e prevede la consegna della corrispondenza non più tutti i giorni, ma a giorni alterni per i cittadini residenti in più di 5000 Comuni.
Tali misure mettono in discussione il servizio universale di Poste, sino ad oggi garantito anche in ottemperanza alla normativa comunitaria (direttiva 2008/6/CE) che afferma il contributo fondamentale che i servizi postali esercitano per gli obiettivi di coesione sociale, economica e territoriale nell’Unione Europea, consentendo tramite la rete postale l’accesso universale a servizi locali essenziali.
Su sollecitazione di ANCI, dopo un incontro congiunto con Comuni, Poste e Regioni, si è provveduto all’istituzione di tavoli regionali di confronto per valutare l’impatto del Piano sui territori e su eventuali mitigazioni del medesimo e/o di proposte alternative di servizi.
La situazione di stallo anche su questa tematica preoccupa fortemente gli Amministratori e gli 11 milioni di cittadini residente nei piccoli Comuni che vedono in ogni nuovo provvedimento del Governo di contenimento della spesa pubblica un indebito accanimento contro le comunità rurali, montane e marginali che sempre più a fatica amministrano più del 50% del territorio nazionale.
In merito alle suddette criticità, pubblichiamo la lettera con cui nei giorni scorsi il coordinatore Anci Piccoli Comuni, Massimo Castelli, ha chiesto al sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, e per conoscenza al presidente dell’Agcom, Marcello Cardani, un incontro per fare il punto sulla questione riguardante il piano di razionalizzazione degli uffici postali presentato da Poste italiane.
In allegato all’articolo potete anche scaricare, oltre alla già citata lettera, l’ordine del giorno ANCI approvato dalla consulta dei Piccoli Comuni.