Già varato in alcune province, dal primo marzo sarà attivo su tutto il territorio regionale lo sportello Confcommercio contro l’esplosione delle tariffe. Dai rifiuti fino all’imposta sugli immobili, gli imprenditori potranno capire se pagano il “prezzo giusto”

E’ gia’ stato varato nelle province di Lucca, Arezzo, Pisa e Pistoia l’Osservatorio sui tributi Confcommercio e nelle prossime settimane sara’ funzionante nel resto delle province. L’obiettivo e’ aiutare gli imprenditori, estremamente preoccupati dal vertiginoso aumento di tasse e imposte locali, a verificare la correttezza di quanto richiesto dai Comuni, ma soprattutto analizzare, dati alla mano, l’incidenza della tassazione locale sui bilanci aziendali per sollecitare il diversi livelli dell’amministrazione locale e regionale ”calmierare” l’esazione rivedendo i parametri applicativi. ”Si tratta di aiutare le imprese a non chiudere”, sottolinea il direttore generale Confcommercio Toscana Franco Marinoni, ”solo per i rifiuti, l’aumento medio dell’imposta e’ di oltre il 300% rispetto all’anno passato, a fronte di incassi in discesa a causa della contrazione dei consumi. Di questo passo, le imprese saranno costrette a chiedere un prestito in banca per pagare i tributi. E se dovesse accadere, sara’ chiaro che c’e’ qualcosa da rivedere nel sistema”. ”Se a livello nazionale in questo frangente si puo’ fare poco, visto che il Governo accampa la scusa della crisi per aumentare l’imposizione fiscale continuando invece a non fare tagli alle spese, contiamo di avere piu’ ascolto presso le sedi locali e regionali perche’ a nessuna Amministrazione piace che le imprese del proprio

territorio scompaiano. Sarebbe una perdita di occupazione e ricchezza subito tangibile nella sua drammaticita’, che mette a rischio sviluppo e perfino coesione sociale”, chiarisce Marinoni. ”Ecco perche’ con i dati raccolti attraverso l’Osservatorio Tributi andremo ad incontrare gli amministratori territoriali e regionali, per presentare la realta’ dei fatti, i rischi connessi e le possibilita’ di cambiare le cose rivedendo i criteri applicativi delle varie imposte o creando agevolazioni”. Il servizio già attivo a Arezzo, Pistoia, Pisa e Lucca sarà funzionante dal 1 marzo presso tutte le associazioni Confcommercio sul territorio toscano, e sarà coordinato da Confcommercio Toscana. Gli operatori potranno prendere appuntamento per verificare la propria posizione portando con sé bollette e cartelle (anche degli anni precedenti per verificare gli aumenti), planimetrie degli immobili dove svolgono l’attività, ultimo bilancio aziendale e ogni altro dato possa fornire l’immagine dettagliata e completa della situazione. “I dati raccolti, comune per comune, ci serviranno a redigere un dossier per evidenziare le diseguaglianze e concordare con le Amministrazioni alcune soluzioni. Vorremmo che chi applica i tributi si rendesse conto di quanto e come influiscono sulle imprese”. Secondo l’ufficio studi nazionale di Confcommercio, con l’introduzione della Iuc, l’Imposta Unica Comunale introdotta dalla legge di stabilità, che  ingloba IMU (tassa sugli immobili), TASI (imposta sui servizi indivisibili dei Comuni) e TARI (tassa sui rifiuti), nel 2014 si registrerà un vero e proprio salasso per le imprese dei servizi e del terziario. Sul fronte della Tari (la ‘vecchia’ tassa sui rifiuti Tares, che nel 2013 ha sostituito i regimi Tarsu, Tia 1 e Tia 2), dall’analisi delle maggiorazioni tariffarie effettuata su un campione di sei grandi regioni (Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia) emerge un incremento medio dei costi pari al 302%. Gli aumenti più salati per i negozi di ortofrutta, pescherie, fiori e piante (+627%), discoteche (+568%), ristoranti e pizzerie (+548%). Incrementi ingiustificati, derivanti essenzialmente dall’adozione di criteri presuntivi e potenziali e non dalla reale quantità di rifiuti prodotta. C’è poi la questione dell’imposta sugli immobili, che ha portato a livelli esorbitanti l’Imu per alberghi e capannoni commerciali. “Una penalizzazione troppo pesante per il sistema delle imprese, già messo duramente alla prova dalla congiuntura” conclude Marinoni, “la struttura dell’attuale sistema di prelievo va rivista al più presto, per i rifiuti come per altre voci, ridefinendo con maggiore puntualità coefficienti e voci di costo e distinguendo tra le diverse tipologie di utenza”.
FONTE: Confcommercio