processo, futuro“L’esempio positivo dell’avvio della fatturazione elettronica verso la PA chiarisce qual è l’elemento critico per realizzare l’Agenda Digitale: la capacità di definire obiettivi, portare avanti l’execution degli stessi in tempi ragionevoli, con responsabilità e compiti chiari, e di fare un’adeguata comunicazione verso tutti gli stakeholder delle innovazioni che si vanno ad introdurre, così che si arrivi pronti al momento “del lancio”. Se ogni pagina dell’Agenda viene gestita in questo modo siamo sulla buona strada”. Questa la vision del presidente di Aica, Bruno Lamborgini secondo il quale il recentissimo avvio dell’obbligo di fatturazione digitale “dimostra che si sta procedendo sulla roadmap stabilita, ed il piano per l’Italia Digitale è certamente un elemento importante per la sua prosecuzione”.

 

Se da un lato Lamborghini ritiene importante l’attenzione sulla questione infrastrutturale dall’altro sottolinea che “il digitale deve diventare centrale per la crescita del paese”. “Per noi che ci occupiamo di competenze digitali da sempre – dice – è un segno che si ha finalmente maggiore attenzione all’esigenza di fare del digitale uno strumento di tutti; in questo senso, consideriamo molto positivo anche l’introduzione nel Ddl sulla scuola dell’indicazione di una serie di competenze operative su cui noi già lavoriamo da diversi anni- quali il pensiero computazionale, il coding, l’orientamento al problem solving – che si affiancano alle competenze legate all’uso degli strumenti digitali per lo studio, l’insegnamento e la preparazione al mondo del lavoro”. La questione delle competenze non è da sottovalutare, anzi è centrale, sostiene Lamborghini, se si vuole accelerare il processo di digitalizzazione dell’intero Paese. Da parte sua Aica collabora con Agid da quando l’agenzia è stata istituita e conta di rafforzare il supporto: “Abbiamo da poco fatto il nostro ingresso nell’Osservatorio sulle competenze, siamo parte del Comitato Tecnico Scientifico e collaboriamo anche in iniziative esterne”.

 

Per Lamborghini la priorità per garantire l’accesso al mondo digitale secondo gli obiettivi europei, “resta la diffusione capillare della cultura digitale, intesa sia come competenza nell’uso degli strumenti, sia come capacità di comprendere le opportunità e generare innovazione attraverso la tecnologia”. Un risultato che secondo il presidente di Aica necessita di tre azioni chiave. “In partenza – spiega – bisogna agire sulla formazione al digitale a scuola in una ottica sempre più attenta al rapporto con il mondo del lavoro: pensiamo ad esempio alla “rivoluzione” del digital manufacturing, che deve entrare nell’istruzione professionale. In un contesto più ampio, bisogna promuovere iniziative che consentano a tutti di essere pienamente cittadini digitali, consapevoli dei propri diritti, del corretto modo di approcciare le tecnologie e di usarle. Ed infine bisogna puntare sulla e-leadership, ovvero sulla comprensione e condivisione del digitale da parte di coloro che nelle organizzazioni pubbliche o private gestiscono le leve di sviluppo”.

 

Importante, inoltre, portare il tema delle competenze e delle professionalità informatiche in un quadro europeo. “La Commissione Europea adotta modelli e standard condivisi, come ad esempio l’e-CF (e-Competence Framework) che hanno un grande valore; inoltre sono stabilite molto chiaramente delle priorità, quali appunto la promozione della e-leadership, dalle quali non si può prescindere”. Lamborghini ci tiene a fare un appello al governo Renzi: “Raccomandiamo di procedere il più rapidamente possibile nel processo di rinnovamento e riforma della scuola, e chiediamo in questo contesto di fare anche un passo in più rispetto al tema delle competenze digitali. Si deve attivare un processo che porti l’introduzione di una formazione congrua – a partire dalle scuole attualmente prive di discipline connesse all’Informatica, tra le quali ricordo si trovano anche i licei, scientifici in particolare”. Lamborghini ricorda che Aica ha ad esempio proposto al Miur di potenziare un percorso di Laboratorio di problem solving e Informatica partendo dal biennio per poi estenderlo al triennio. Si tratta di una iniziativa che può concretamente avvicinare i mondi della scuola e del lavoro, oggi purtroppo ancora separati”.