cedenteSiamo tra i leader mondiali nella vendita di macchinari.

 

Quasi il 25 per cento delle merci prodotte nel Nordest prende la strada del mercato franco-tedesco e un altro 7,8 per cento quella per gli Usa. Anche nel 2014, ricorda l’Ufficio studi della CGIA, la Germania è stata la nostra principale partner commerciale: fatto 100 l’export totale, il 15 per cento è stato venduto ai tedeschi e un altro 9,5 per cento ai francesi. Nel 2014 il Nordest ha incassato dalle vendite all’estero oltre 73,4 miliardi di euro (+ 3 per cento rispetto 2013).

 

I macchinari sono la tipologia produttiva che sappiamo vendere meglio: ad eccezione di Belluno (che esporta soprattutto occhiali) e di Gorizia (che ha nella produzione delle navi il settore che traina l’export), nelle altre 11 province del Nordest sono il prodotto più richiesto all’estero. Il secondo prodotto esportato sono le apparecchiature elettriche e gli elettrodomestici (per un valore di 5,5 miliardi di euro) e il terzo è costituito dalle calzature e la pelletteria (5,2 miliardi di euro).

 

Rispetto al 2013, le esportazioni dei macchinari sono aumentate del 4,1 per cento. In termini assoluti, l’anno scorso abbiamo “piazzato” nel mondo un volume di vendite pari a 15,2 miliardi di euro (il 20,8 per cento dell’export totale): di questi, poco più di 3 miliardi sono “ascrivibili” alla provincia di Vicenza, altri 2,75 a quella di Padova e circa 1,88 miliardi di euro sia per Verona che per Treviso.

 

Se escludiamo la provincia scaligera – dove si esportano soprattutto bruciatori, forni, macchine per la refrigerazione/ventilazione e apparecchi per la movimentazione e il sollevamento – nelle altre principali realtà territoriali del Nordest – come Vicenza, Padova, Treviso, Udine e Pordenone – la parte del leone la fanno le macchine per gli impieghi speciali per la lavorazione metallurgica, per l’industria alimentare, per la carta, per il tessile/abbigliamento, per le materie plastiche e per la gomma.

 

“Negli ultimi anni – segnala il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – ci siamo specializzati nella produzione di macchinari, grazie al know how delle nostre maestranze, all’affidabilità, alla qualità, all’elevato livello tecnologico raggiunto e, soprattutto, ai servizi post vendita che siamo riusciti a garantire nei mercati stranieri. Abbiamo sbaragliato i competitori tedeschi, francesi, giapponesi e statunitensi, dimostrando di non temere alcun confronto, in particolar modo sul terreno della ricerca e dell’innovazione tecnologica”.