terziario, confcommercioDopo un anno di trattative, Confcommercio ha sottoscritto con Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs–Uil l’accordo che decorre dal prossimo primo aprile e avrà durata fino al 31 dicembre 2017. Previsti un aumento a regime di 85 euro e significative novità come il contratto a tempo determinato per il sostegno all’occupazione e una reale semplificazione nella flessibilità della distribuzione dell’orario.

 

E’ stata sottoscritto da Confcommercio con Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs–Uil l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale del terziario, della distribuzione e dei servizi che decorre dal prossimo primo aprile. “In una fase ancora critica per il nostro Paese questo accordo, che rinnova il più grande contratto nazionale applicato nel settore privato, dà riposte certe e concrete, indispensabili ad accompagnare la possibile ripresa, introducendo importanti novità sul versante della flessibilità e del mercato del lavoro per le imprese e i lavoratori, in un equilibrio complessivo dei costi per il prossimo triennio”. Così Francesco Rivolta, direttore generale e presidente della commissione sindacale di Confcommercio Imprese per l’Italia. Le parti inoltre hanno recepito l’accordo sulla Governance del 2014 per il riordino degli enti bilaterali territoriali e la valorizzazione del welfare contrattuale nazionale.

 

L’accordo che avrà durata fino al 31 dicembre 2017, prevede un aumento a regime di 85 euro e introduce significative novità quali il contratto a tempo determinato per il sostegno all’occupazione e una reale semplificazione nella flessibilità della distribuzione dell’orario. Nei periodi di picco di lavoro (come per esempio il periodo natalizio o i saldi per i negozi ma anche giugno per le aziende che fanno servizi alle imprese) le imprese potranno chiedere ai loro dipendenti di lavorare quattro ore in più (per un massimo di 16 settimane nell’arco di 12 mesi) senza che sia necessario l’ok del sindacato né del lavoratore stesso e senza che si paghi lo straordinario. Naturalmente le ore saranno recuperate (nell’ arco dei 12 mesi seguenti) ma in periodi che per l’azienda sono meno impegnativi e nei quali c’è meno bisogno di personale, una flessibilità molto importante in un settore nel quale sono frequenti i picchi di attività. L’intesa prevede anche norme sul sottoinquadramento nel caso di assunzione di persone ”deboli” come i disoccupati o coloro che hanno concluso l’apprendistato senza che ci sia stata una stabilizzazione. Con queste persone può essere stipulato un contratto a tempo determinato di 12 mesi con 6 mesi con un sottoinquadramento di due livelli e 6 mesi con un sottoinquadramento di un livello. Il sottoinquadramento di un livello è concesso per altri 24 mesi in caso di trasformazione in contratto a tempo indeterminato. Fino al 31 marzo prosegue la vigenza del vecchio contratto (teoricamente doveva scadere a fine 2013) ma per il 2014 e i primi tre mesi del 2015 non sono previste ”una tantum”.