Portare le logiche della gamification all’interno della PA significa che per innovare l’amministrazione occorre scompaginare un po’ le regole del gioco: non è più la PA che chiede al Ministero chiarimenti o risposte ufficiali, ma sono gli utenti più competenti che si fanno promotori e facilitatori di un processo di scambio.
La domanda di competenze digitali, di maggiore formazione, confronto e soluzioni operative si sta facendo stringente all’interno della pubblica amministrazione. Ad accrescere questa esigenza le ultime novità normative e gli adempimenti in materia di digitalizzazione dei processi, a cui sono chiamate le pubbliche amministrazioni locali e centrali.
In calendario – prima fra tutti – la fatturazione elettronica, a regime senza distinzioni dal 31 maro 2015. Intesa come un tool strategico per la modernizzazione del sistema pubblico italiano, segna un fase di cambiamento non del tutto in discesa. E’ dei giorni scorsi, infatti, la pubblicazione da parte dell’Agid dell’elenco delle amministrazioni che non si sono ancora iscritte all’IPA, un passaggio indispensabile per poter attivare la e-fattura entro la scadenza di fine marzo.
Ogni fase di cambiamento, soprattutto se riguarda una macchina così complessa come quella statale, in grado di muovere ingenti risorse di uomini e denaro, richiede di essere seguita da vicino e accompagnata con una serie di iniziative di comunicazione, formazione e assistenza perché non perda il suo valore potenziale. Accrescere la “consapevolezza digitale” tra i cittadini – come recita il Piano di Azione per le Competenze digitali pubblicato dall’AgID – e sviluppare tra i dipendenti pubblici la capacità di utilizzare tecnologie e servizi digitali, sia per migliorare i processi sia per interagire con il pubblico, sono fattori chiave per la crescita economica e sociale del Paese oltre che obiettivi dell’Agenda Digitale.
Diventa d’obbligo in questa cornice dotarsi degli strumenti giusti per cogliere le opportunità che ogni processo di modernizzazione del sistema pubblico porta con sé, esorcizzando così il rischio di fallire. È su questa idea che pone le sue basi RispondiPA, il nuovo portale di Domande e Risposte dedicato al processo di modernizzazione della Pubblica amministrazione. Un utile strumento di supporto per il personale pubblico e i fornitori della PA dalla logica social. Chiunque può essere fornitore o utente di informazioni, secondo i propri bisogni e competenze.
In un sistema di apprendimento e formazione trasformato dalle nuove tecnologie, dove il “discente” non ricopre più un ruolo passivo, ma costruisce da sé la propria conoscenza grazie all’interazione di gruppo e la discussione tra pari, la conoscenza diventa il prodotto di un processo sociale e RispondiPA testimonia proprio questo.
Attraverso un processo dialogico, sociale e culturale attivato dal contesto relazionale, la piattaforma si presenta come un non-luogo dove lo scambio di informazioni e soluzioni, inerenti specifiche problematiche riscontrate nella Pubblica amministrazione, trovano risposta grazie alla partecipazione attiva degli utenti. Che siano dipendenti pubblici, consulenti, professionisti, esperti legali o semplici cittadini è dalla loro interazione che nasce e si alimenta la conoscenza. Una conoscenza comune, condivisa e distribuita basata sulla collaborazione o come scriveva Levy un’intelligenza collettiva.
Rispetto infatti a strumenti quali le FAQ, i Wiki o i Forum, RispondiPA ha scelto un modello Q&A totalmente complementare, dove tutte le competenze individuali vengono valorizzate ottenendo visibilità e riconoscimento da parte della comunità. Mentre gli utenti che pongono la domanda, ottengono risposte competenti ai loro quesiti. Gianni Dominici, Direttore generale di FORUM PA è la “mente” che sta dietro al portale: “In questi primi giorni di sperimentazione – ci spiega – abbiamo assistito noi stessi all’emergere di competenze in utenti che non erano quelli certificati inizialmente e abbiamo interagito con essi premiandoli con delle piccole ricompense in termini di visibilità e reputazione”.
Come in ogni portale di questo tipo, le attività di un utente e le valutazioni degli altri su queste attività, fanno guadagnare dei “punti”. I soggetti più attivi, affidabili e competenti hanno maggiore punteggio e, quindi, reputazione e visibilità. RispondiPA porta le logiche della gamification all’interno della PA mostrando che per innovare l’amministrazione occorre, forse, scompaginare un po’ le regole del gioco. Talenti e competenze devono essere attirati all’interno del sistema per miglioralo sia perché spinti da un “principio di solidarietà” sia perché motivati dalla possibilità di accrescere la propria reputazione in rete. Si sviluppa così un meccanismo partecipativo orizzontale di mutuo aiuto, dove non è più la PA che chiede al Ministero chiarimenti o risposte ufficiali, ma sono gli utenti più competenti che si fanno promotori e facilitatori di un processo di scambio e di sistematizzazione di conoscenze fra tutti gli attori coinvolti.
Una formula azzeccata stando almeno ai primi risultati e alla vivace partecipazione della community di beta tester coinvolta. In pochi giorni il sito ha registrato più di 110 risposte alle 90 domande postate da dipendenti pubblici, PMI e professionisti.
Data l’imminente scadenza e i molti dubbi ancora sul tavolo, il tema della Fatturazione elettronica è stato scelto come trampolino per il lancio del portale RispondiPA, ma si tratta di una fase iniziale. A questo nei prossimi mesi seguiranno altre tematiche, ma saranno gli utenti stessi a scegliere gli argomenti caldi e a proporli alla comunità. Open data, cloud computing, privacy… Quali sono i temi su cui c’è bisogno di una comunità competente e pronta a mettersi al servizio del prossimo? Non resta che aspettare e lasciare che l’intelligenza collettiva si metta all’opera.