In attesa di disporre dei dati occupazionali riferiti ai primi mesi di quest’anno – per capire se il Jobs act e, soprattutto, l’azzeramento dei contributi previdenziali per chi assume un lavoratore dipendente con un contratto a tempo indeterminato produrranno gli effetti positivi che tutti si attendono – le statistiche ufficiali del 2014 ci dicono che nel Nordest il numero degli occupati è in crescita: rispetto al 2013, infatti, la platea di coloro che lavorano è aumentata di quasi 25.000 unità. Se in Veneto (+ 22.000 circa) e in Trentino Alto Adige (poco più di 3.500) i dati sono positivi, in Friuli Venezia Giulia, invece, l’occupazione, seppur di poco, è scesa: per la precisione di 627 unità (-0,1 per cento).
A queste conclusioni è giunto l’Ufficio studi della CGIA che ha elaborato i dati occupazionali messi a disposizione dall’Istat.
A livello territoriale la realtà più virtuosa è stata quella di Verona: nella provincia scaligera i nuovi occupati hanno sfiorato le 18.000 unità (+4,5 per cento rispetto al 2013). Ottime anche le performances di Venezia, con + 9.333 unità (pari al +2,8 per cento) e di Gorizia, con + 1.497 lavoratori (pari al +2,8 per cento). Di rilievo anche il risultato ottenuto da Vicenza, con + 5.441 unità (+ 1,5 per cento), Trento , con 2.905 occupati in più (+1,3 per cento) e Treviso, con poco più di 4.000 nuovi addetti (+1,1 per cento).
Non tutte le province del Nordest hanno potuto registrare un incremento degli occupati. Se a Udine la situazione rispetto al 2013 è stata pressoché stabile, a Pordenone la caduta del numero dei lavoratori ha superato le 2.300 unità (-1,7 per cento), a Padova la riduzione è stata di oltre 10.150 unità (-2,5 per cento) e a Rovigo di oltre 4.600 unità (- 4,6 per cento).
“Se l’occupazione dà segnali di ripresa – commenta il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – il tasso di disoccupazione, invece, non tende a diminuire in misura significativa, almeno nella gran parte delle province del Nordest. Questa tendenza, comunque, non va interpretata come un segnale negativo: quando l’economia ricomincia a correre, il numero di coloro che cerca attivamente un posto di lavoro aumenta. Pertanto, molti inattivi vanno ad ingrossare le liste di disoccupazione. Solo dopo un po’ di tempo che la ripresa ha cominciato a diffondere i suoi effetti positivi, anche il tasso di disoccupazione torna a scendere. Speriamo – conclude Bortolussi – che quest’ultima fase maturi durante l’anno in corso”.
La provincia che presenta il tasso di disoccupazione più elevato è Venezia, con il 9,4 per cento, pari a poco più di 35.300 persone in cerca di occupazione. Subito dopo troviamo Rovigo, con un tasso del 9,3 per cento (pari a 10.000 persone senza lavoro) e Gorizia, con l’8,7 per cento (5.244 disoccupati). Treviso e Udine, invece, presentano entrambe una disoccupazione pari all’8,3 per cento. Se per la marca trevigiana il numero dei senza lavoro è pari a poco più di 34.300 unità, nella realtà friulana supera di poco la soglia dei 19.500.
FONTE: CGIA Mestre