Se ne avvantaggeranno il Pil, l’occupazione e la democrazia. Grazie all’economia digitale, alla crescita delle competenze e della trasparenza nella Pa. Il commento del direttore dell’Agid.

La prima cosa importante da dire, dopo l’approvazione al Consiglio dei Ministri, è che i due piani banda ultra larga e Crescita digitale devono andare insieme. Senza binari i treni non passano.

L’altra cosa è che per la prima volta lo sforzo di digitalizzazione della PA è un mezzo non un fine. Il fine è la trasformazione digitale del paese, ovvero avremo:

1) benefici sull’economia- ricordiamoci che nei paesi che hanno meglio sfruttato il potenziale delle infrastrutture e dei sistemi di rete, l’economia digitale ha già prodotto benefici notevoli in termini di contribuzione diretta al PIL nazionale e all’uscita dalla crisi finanziaria che ha colpito tutti.

Nel Regno Unito, per esempio, si stima che il contributo diretto di Internet al PIL 2016, sia superiore al 10%, senza contare i notevoli benefici aggiuntivi in termini di creazione netta di posti di lavoro o di sviluppo delle piccole e medie imprese e delle loro esportazioni.

2) Maggiori competenze dei cittadini e più opportunità per le occupazione.

3) Più trasparenza e quindi migliore qualità della democrazia.

I prossimi passi? Fare quello che abbiamo scritto, con tempi stringenti (execution), stati di avanzamento sempre trasparentemte pubblicati (accountability) e in sinergia con le regioni (coprogettazione centro-territori) e le imprese (partnership).

 

 

FONTE: Agenda Digitale (www.agendadigitale.eu)

AUTORE: Alessandra Poggiani

 

 

 

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