La novità di quest’anno è che saranno eleggibili i lavoratori non di ruolo. L’altra novità è il sindacato Anief, che punta alla rappresentatività nazionale, anche grazie al sostegno di Unicobas e Usb: un patto di “desistenza”, con cui si vuole rompere il monopolio ventennale dei noti sindacati e tornare alla tutela dei lavoratori. L’accordo prevede che nelle scuole dove non è presente una propria lista, si sostengono i candidati dell’organizzazione “amica”; se invece sono presenti solo liste dei sindacati oggi rappresentativi, complici del decadimento, si chiede ai lavoratori di non assegnare il voto.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): vogliamo entrare in tutte le scuole per controllare gli organici e le ripartizioni, ma anche sederci ai tavoli nazionali per cambiare le regole sulle assunzioni, sulla mobilità del personale, per preservare il potere d’acquisto degli stipendi e fare in modo che ai dipendenti della scuola vengano assegnate delle pensioni dignitose. Vogliamo garantire la parità di trattamento del personale anche in termini di progressione, ricostruzione di carriera e liquidazioni.
Da martedì a giovedì prossimi la scuola italiana chiama al voto oltre un milione di lavoratori, docenti e Ata, per rinnovare le Rsu di circa 8.400 istituti autonomi: quest’anno, per la prima volta, potranno essere votati anche i precari annuali, con contratto sino al 30 giugno o 31 agosto 2015, a seguito dellastorica sentenza della Corte di giustizia europea del 26 novembre scorso, che ha mandato in soffitta il principio di discriminazione tra il personale di ruolo e precario della scuola adottato per decenni in Italia con l’avallo dei sindacati tradizionali, ribandendo, nello specifico, quanto riconosciuto dalla direttiva 14/2002 e dalla sentenza della Corte EuropeaAssociation dé mediation2014.
L’Anief, che ha sempre difeso i precari, denunciando dal gennaio 2010 la mancata parità di diritti tra dipendenti a tempo indeterminato e supplenti, si presenta alla tornata elettorale, con l’obiettivo di diventare rappresentativo, forte di 1.503 candidati precari, di cui 396 Ata, su 3.276 complessivi suddivisi in 2.324 liste. Il giovane sindacato si rivolge quindi a loro, ai tanti supplenti della scuola, per avere sostegno in occasione del rinnovo delle Rsu, nella sua battaglia contro lo status quo normativo e lo strapotere dei grandi sindacati. Anief chiede il voto di tutti i supplenti per cambiare la scuola, per avere la possibilità di sedersi ai tavoli con l’amministrazione e cambiare finalmente le regole su una lunga serie di aspetti che vedono soccombere, illegittimamente, il personale.
Va rivista, innanzitutto, la normativa sulle assunzioni, prevedendo l’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti, anche da graduatoria d’Istituto. Come va cambiato il contratto sulla mobilità dei dipendenti, ad iniziare da quella dei neo-immessi in ruolo, cui va data la possibilità di trasferirsi o di essere assegnati provvisoriamente subito dopo la stipula del contratto a tempo indeterminato, facendo quindi cadere il vincolo dei tre anni che lede il diritto alla famiglia e al lavoro. Va poi dato effetto alla sentenza emessa tre mesi fa a Lussemburgo anche per la valutazione per intero del servizio pre-ruolo, come per la ricostruzione intera e l’avanzamento di carriera, oltre che per la retribuzione dei mesi estivi a tutti i supplenti, come accade per quelli di sostegno, utilizzati su posti vacanti ma contrattualizzati fino al 30 giugno.
“La penalizzazione ai docenti neo-assunti riguarda soprattutto quelli immessi in ruolo a partire dal 2001, quando la normativa è diventata per loro più sfavorevole – commenta il presidente Anief, Marcello Pacifico – che con il passare del tempo si sono visti danneggiati anche per quanto riguarda la liquidazione, sempre con l’avallo dei sindacati rappresentativi dell’ultimo ventennio: valgono, per tutte, le ingiuste trattenute del 2,5% sullo stipendio”.
“Ma Anief intende anche sedersi ai tavoli con l’amministrazione. Per farlo, chiede il sostegno anche di tutto il personale di ruolo, costretto a svolgere un lavoro sempre più burocratizzato e pagato con stipendi superati dall’inflazione, oggi di 4 punti, ma in prospettiva sempre più striminziti perché bloccati dal Governo fino al 2018. Oltre che privati degli scatti automatici, l’unica forma di carriera per la stragrande maggioranza del personale scolastico. A dimostrazione della mancanza di rispetto per la professionalità e la dignità dei dipendenti della scuola, nulle buste paga di docenti, amministrativi, tecnici e ausiliari continuano a gravare odiosi balzelli. Basti pensare alla incredibile trattenuta obbligatoria dell’Enam, ancora oggi applicata a tutti i docenti della scuola primaria sulla base di un decreto emesso nel lontano 1947. Per non parlare della liquidazione, negli ultimi anni – conclude Pacifico – sempre più sgonfiata e assegnata con eccessivo ritardo, e delle pensioni, divenute quasi sociali a dispetto delle direttive comunitarie”.
Per scardinare questo stato di ingiustizia lavorativa, i sindacati non rappresentativi, sinora lasciati ai margini, anche dalla mancanza di riunirsi in orario di servizio, facoltà lasciata a quelli rappresentativi, hanno creato un’alleanza: Unicobas e Usb hanno deciso di appoggiare le liste Anief: un patto di “desistenza”, attraverso cui si vuole rompere il monopolio ventennale dei noti sindacati e tornare finalmente a tutelare i lavoratori.
L’accordo prevede che nelle scuole dove non sia presente una lista RsuUnicobas e Usb, i lavoratori sostengano le liste Anief: se invece sono presenti solo liste dei sindacati oggi rappresentativi, si chiede ai lavoratori di astenersi di assegnare il voto, perché si tratta di quelle organizzazioni che nell’ultimo ventennio sono state artefeci o perlomeno complici nel far perdere ai lavoratori della scuola quote sempre maggiori di salario, diritti e dignità lavorativa.
Proprio nei giorni in cui si annuncia una riforma epocale della scuola da parte del Governo, la convergenza in un fronte unitario dei sindacati di base per appoggiare il giovane sindacato è un segnale importante: l’Anief è infatti l’unica organizzazione, per numeri di liste e deleghe, che potrebbe diventare rappresentativa a seguito delle votazioni di inizio marzo 2015. Per raggiungere questo obiettivo, l’Anief, che ha vinto tutti i ricorsi attivati, arrivando a costringere il Governo a stabilizzare 150mila precari della scuola nella prossima tornata di assunzioni, dovrà ottenere un voto su cinque nelle liste delle scuole dove è presente.
FONTE: ANIEF – Associazione Professionale Sindacale