Immaginiamo sei principi per una mobile health efficiente. Con la promessa di rivoluzionare la fornitura di servizi di assistenza sanitaria a prezzi accessibili, alleviando le pressioni sistemiche sul settore sanitario. Gli ostacoli: privacy e sicurezza, la sicurezza del paziente, un quadro giuridico chiaro e migliore evidenza sul rapporto costo-efficacia.
Gli addetti ai lavori concordano su quanto sia importante nell’ambito della Sanità Digitale porre attenzione al “triangolo virtuoso” costituito da Mobile Health, Telemedicina e Fascicolo Sanitario Elettronico, ove ogni lato ha un suo significativo ruolo nell’assistere l’erogazione dell’assistenza sanitaria.
Con il termine mobile health o “mhealth” ci si riferisce ad un nuovo modello di assistenza socio sanitaria realizzata attraverso l’utilizzo di dispositivi mobili e tecnologie multicanale, quali cellulare, smartphones, dispositivi di monitoraggio dei pazienti, personal digital assistant e altri dispositivi wireless.
Con il termine Telemedicina ci si riferisce a modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso a tecnologie innovative, in particolare alle ICT, in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente non si trovano nella stessa località. Secondo queste due definizioni, in effetti l’mhealth non è altro che una tecnologia aggiuntiva per fare telemedicina.
Con il termine Fascicolo Sanitario Elettronico ci si riferisce all’insieme di dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l’assistito.
Andando a guardare le esperienze in progetti di assistenza remota a persone anziane o fragili in diversi paesi Europei, si possono dedurre i principi e le linee guida che devono caratterizzare le soluzioni di Mobile Health:
· Semplicità: Uso di uno strumento cui si è già confidenti, che non crei stati di ansia ulteriori o che non richieda all’utente alcun intervento particolare,
· Ergonomicità: Disegno adatto per l’anziano e persona fragile, di facile ed immediata comprensione e uso,
· Non invasivo: Apparati indossabili, non visibilmente manifesto o discriminate,
· Affidabilità: La soluzione non deve far sorgere dubbi di funzionamento sorretta da un adeguato servizio di assistenza,
· Disponibilità: Supporto sempre presente,
· Efficienza: Validità ed utilità qualitativa (dati medicali, apparati di ausilio, etc).
M-Health ha il potenziale per rivoluzionare la fornitura di servizi di assistenza sanitaria a prezzi accessibili, alleviando le pressioni sistemiche sul settore sanitario, e promette di essere una soluzione vincente, con bassi costi di esercizio, facile monitoraggio a distanza nelle zone rurali e nelle isole, parte di uno stile di vita moderno che fa sempre più uso di device mobili quali smartphone e tablet, con cui la comunicazione portatile è più comoda, economica, pratica e personale.
I pazienti concordano – Fonte: Economist intelligence unit, 2012 – che l’mhealth migliorerà la qualità ed il costo della assistenza sanitaria, in quanto le applicazioni/servizi della mhealth renderanno l’assistenza sanitaria sostanzialmente più conveniente, miglioreranno l’assistenza sanitaria ricevuta e ridurranno sostanzialmente i costi complessivi di assistenza sanitaria (includendo i costi connessi come andare avanti e indietro dal medico o i permessi di lavoro per andare negli ambulatori).
MHealth ha tra i suoi obiettivi di sviluppare l’erogazione dell’assistenza sanitaria centrata sul paziente, un aumento di auto-gestione della malattia, una riduzione del numero di posti letto negli ospedali, un monitoraggio remoto e diagnostica intelligente, e quindi una migliore gestione della malattia e migliore conformità con i regimi di trattamento sanitario.
Ma ci sono ancora vari ostacoli da superare per arrivare ad una significativa diffusione di soluzioni mhealth. Penso sia interessante leggere una rapida sintesi di quanto evidenziato a seguito di una recente Consultazione pubblica della Commissione Europea proprio sul tema Mobile Health:
“Privacy e sicurezza, la sicurezza del paziente, un quadro giuridico chiaro e migliore evidenza sul rapporto costo-efficacia sono tutti necessari per aiutare mHealth a svilupparsi in Europa, secondo le risposte alla consultazione pubblica della Commissione europea. 211 risposte da parte delle autorità pubbliche, operatori sanitari, organizzazioni di pazienti e gli imprenditori web, dentro e fuori l’Unione europea, hanno dato feedback su undici questioni relative alla diffusione di mHealth nell’UE. Mentre recenti statistiche confermano che le iniziative nazionali e comunitarie di finanziamento stanno dando buoni frutti e che l’Europa è destinata a diventare il più grande mercato entro il 2018, le risposte hanno indicato che più resta da fare in modo che gli imprenditori europei possano accedere efficacemente in questo mercato in forte espansione. 97 intervistati ritiene che forti strumenti per la gestione della privacy e della sicurezza (come i meccanismi di crittografia dei dati e autenticazione) sono necessari per costruire la fiducia degli utenti”.
La metà degli intervistati ha chiesto un rafforzamento delle norme per la protezione dei dati e le norme applicabili ai dispositivi mHealth. Tuttavia, alcuni avvertono contro i rischi di un’eccessiva regolamentazione.
Gli imprenditori Web considerano difficile l’accesso al mercato a causa della mancanza di un chiaro quadro normativo, l’interoperabilità e criteri di qualità comuni.
Un quinto degli intervistati ritiene siano necessari ulteriori evidenze sul rapporto costo-efficacia di mHealth. 21 intervistati, con studi e progetti specifici, hanno dimostrato una maggiore efficienza. Ad esempio, secondo uno studio, sperimentazioni nei paesi nordici hanno dimostrato che mHealth potrebbe generare una riduzione del 50-60% nelle notti in ospedale e ri-ospedalizzazione per i pazienti con malattia polmonare ostruttiva cronica. Lo stesso studio ha stimato che mHealth potrebbe ridurre la spesa complessiva di assistenza agli anziani del 25%.
Gli intervistati hanno inoltre suggerito che l’UE e i singoli Paesi dovrebbero garantire l’interoperabilità delle soluzioni mHealth con cartelle cliniche elettroniche (EHR) per la continuità delle cure e per scopi di ricerca, una maggiore enfasi dovrebbe essere messa sulle azioni volte a promuovere gli standard aperti e l’uso di comuni architetture e Application Programming Interfaces aperte. Gli operatori sanitari, badanti e gli utenti dovrebbero essere coinvolti attivamente nella co-progettazione delle soluzioni mHealth.
Come prossimi passi, la Commissione, nel corso del 2015, discuterà con le parti interessate le opzioni per le azioni di politica (legislazione, autoregolamentazione o co-regolamentazione, ecc).
Una serie di azioni a sostegno dell’ mHealth sono già previsti nell’ambito di Horizon 2020 e saranno prese in considerazione nei futuri programmi di lavoro.
Sottolineo comunque il pericolo di utilizzare App e device che non rispettano i criteri di appropriatezza del dato misurato (magari fanno vedere una frequenza cardiaca di 100bpm quando nella realtà non supera i 70bpm come avviene per alcuni braccialetti di ultima generazione che vanno tanto di moda); questo aspetto a mio avviso diventerà molto presto un punto critico del m-health: la certificazione dell’appropriatezza del dato clinico misurato. Va anche messo in evidenza che l’m-health sta erroneamente prendendo un significato più”futile” conseguenza del fatto che oggi è di moda automonitorare i propri parametri con App di ogni genere derivanti per lo più da prodotti fitness. E comunque evidenzio che una maggiore consapevolezza delle proprie condizioni fisiologiche è sicuramente positiva se i dati sono presidiati da personale sanitario, altrimenti c’è il rischio di diventare medici di se stessi.
FONTE: Agenda Digitale (www.agendadigitale.eu)
AUTORE: Gregorio Cosentino