Il ministro del Lavoro ha incontrato le parti sociali. Il Cdm di domani darà il via libera definitivo al contratto a tutele crescenti e a quello sui nuovi ammortizzatori sociali.Nessun taglio alla durata massima dei contratti a termine più flessibili, quelli senza causale. Il direttore generale di Confcommercio Francesco Rivolta: “Il governo ha recepito le nostre preoccupazioni”
Addio alle nuove collaborazioni a progetto, mentre per quelle esistenti si gestira’ la “transizione”: parte da qui il riordino delle tipologie contrattuali, verso il ‘Codice dei contratti’ in attuazione del Jobs act, che venerdi’ 20 sara’ all’esame del Consiglio dei ministri e che prevedera’ anche l’eliminazione dell’associazione in partecipazione (contratto usato soprattutto per le commesse) e la rimodulazione delle regole per le Partite Iva. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha illustrato “l’orientamento” della sua azione alle parti sociali, precisando anche che non essendoci ancora stata la discussione in Cdm non e’ escluso che venga poi “tradotto diversamente”. Il Consiglio dei ministri di venerdi’, ha comunque assicurato, varera’ definitivamente i primi due decreti attuativi del Jobs act, quello sul contratto a tutele crescenti (con le nuove regole anche sui licenziamenti) e quello sulla nuova Aspi, la riforma degli ammortizzatori sociali.
I sindacati, innanzitutto la Cgil e la Uil, oltre a ribadire la contrarieta’ sul contratto a tutele crescenti, si mostrano “delusi” dall’incontro con il ministro del Lavoro, non vedendo una vera stretta sui precari. “Pensiamo di fare una operazione che blocca la possibilita’ di nuove collaborazioni a progetto e su quelle che ci sono bisogna trovare una modalita’ di gestione della transizione”, ha affermato Poletti, spiegando che invece per i co.co.co “ci sono situazioni specifiche nel pubblico e nel privato e vanno valutate”. E confermando che il contratto a tempo determinato senza causale manterra’ il tetto di durata a 36 mesi. “La montagna ha partorito un topolino”, ha sostenuto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, dopo la riunione: “Non c’e’ niente sulla battaglia contro la precarieta’.
Un solo contratto viene eliminato”, ha detto riferendosi all’associazione in partecipazione, contestando non solo il merito ma anche il metodo “senza documenti e tutto subordinato al Consiglio dei ministri”. Cdm che, come spiegato dallo stesso Poletti, “prendera’ la sua decisione” se recepire le osservazioni contenute nei pareri delle commissioni parlamentari, in particolare sul contratto a tutele crescenti e sulla richiesta di escludere dalle nuove norme i licenziamenti collettivi. Anche la Cgil si dice “sostanzialmente delusa” dall’incontro: “Aspettiamo il testo”, ha affermato il segretario confederale Serena Sorrentino, ma “sembra piu’ una manutenzione che un disboscamento” delle forme contrattuali precarie, in cui piu’ o meno si “conferma il quadro esistente”. La Cgil, dal direttivo, fa inoltre sapere che e’ pronta a fare una proposta per un nuovo Statuto dei lavoratori che riduca la precarieta’ e sostenga i diritti ma non esclude, una volta valutati i decreti attuativi del Jobs Act, di raccogliere le firme per sostenere questa proposta e per il referendum abrogativo.
La Cisl, con il segretario confederale Gigi Petteni, ha insistito sulla necessita’ che “a fianco al contratto a tutele crescenti, un importante intervento che ha messo al centro il contratto a tempo indeterminato, ci sia una pulizia di tutte quelle forme ‘mascherate’ di lavoro autonomo”. Oggi pomeriggio, intanto, il ministro del Lavoro vedra’ invece i sindacati di categoria del pubblico impiego (Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa) in vista della costituzione dell’Agenzia unica per le ispezioni del lavoro, anch’essa prevista dal Jobs act.
FONTE: Confcommercio