Nonostante il no di Ncd e grazie al sostegno di Sel e M5s è stata approvata l’integrazione al parere sul decreto attuativo della delega sulle tutele crescenti per chiedere al Governo di escludere i licenziamenti collettivi dalle nuove norme.
Acque di nuovo agitate in Senato sul Jobs act: ieri (12 febbraio, ndr) l’integrazione al parere sul decreto attuativo della delega sulle tutele crescenti per chiedere al Governo di escludere i licenziamenti collettivi dalle nuove norme è stata approvata nonostante il no di Ncd e grazie al sostegno di Sel e M5s.
Una decisione, questa, giudicata grave dal presidente della Commissione lavoro del Senato, estensore del parere, Maurizio Sacconi. Il via libera della Commissione lavoro della Camera è rinviato invece alla prossima settimana a causa della seduta fiume sulle riforme. “Grazie ai tre voti determinanti dei senatori del Movimento 5 Stelle – si legge in una nota del Movimento – i licenziamenti collettivi non faranno parte del Jobs Act. Una misura questa che permetterà di salvaguardare centinaia di migliaia di lavoratori”. Il parere non è vincolante per il Governo ma Sacconi esprime preoccupazione per la deriva ”’ conservatrice” del Pd. Il presidente della Commissione lavoro del Senato accusa il Pd di aver “limitato la portata della timida riforma confinandola nelle sole nuove assunzioni e limitandola ai soli licenziamenti economici, lasciando irrisolta la domanda di certezza nel caso di licenziamento disciplinare”.
Restiamo – sostiene – l’unico Paese in Europa in cui un rapporto di lavoro è potenzialmente indissolubile finché morte o pensione no separi. Ora, anche a prezzo di maggioranze spurie”. Il Pd con il capogruppo in Commissione Annamaria Parente difende la decisione sull’integrazione. ” Si invita il Governo – spiega – a valutare l’ipotesi di mantenere la reintegra in caso di violazione dei criteri previsti dai contratti collettivi. Non è un passo indietro o una volontà di conservazione ma un modo di tutelare la dignità del lavoratore in un contesto di grave crisi economica e sociale”.
E mentre la conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera sul decreto attuativo sulla nuova Aspi, grazie alla riscrittura dell’ articolo sul contratto di ricollocazione lo scontro potrebbe riproporsi la prossima settimana con l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto sulle nuove tipologie contrattuali e di quello di riforma della cassa integrazione. ” Se ci sarà un irrigidimento delle tipologie contrattuali flessibili – avverte Sacconi – saremmo in presenza di una vera e propria controriforma”. Intanto il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, ribadisce l’attenzione del Governo ai “problemi del quotidiano”: cè – dice – “la volontà di sostenere le persone e le famiglie, a partire dalle donne, nella costruzione di una vita piena, capace di conciliare la vita lavorativa e la vita affettiva”, per questo “il Jobs act prevede una delega specifica alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Decreti ai quali stiamo lavorando con tenacia”.
FONTE: Confcommercio