Parte lo strumento della Bussola della Trasparenza. Mostra la situazione attuale dopo quasi due anni dall’entrata in vigore del D.lgs 33/2013. Il Sud è in super ritardo. Si va verso la spaccatura tra cittadini di serie A e cittadini di serie B a seconda del luogo di residenza.

A distanza di quasi due anni dall’entrata in vigore del D.lgs. 14 marzo 2013, n. 33 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” (avvenuta il 20 aprile 2013), è interessante focalizzare una panoramica generale sullo stato di trasparenza dei siti web delle PA nel nostro paese, per verificarne l’effettiva conformità agli Indicatori previsti dalla disciplina di riferimento.

Già lo scorso gennaio 2014, ne avevamo parlato su Agenda Digitale con l’articolo “Trasparenza, due PA su tre fuori legge in Sicilia”, dedicato all’approfondimento dei siti delle PA siciliane, al fine di dimostrare l’esistenza di una situazione tendenzialmente negativa, in base ai risultati forniti dallo strumento “La Bussola della Trasparenza”, in quanto l’esito del monitoraggio aveva evidenziato uno scenario sconfortante: 2/3 dei siti monitorati non conformi agli Indicatori della Trasparenza.

Oggi, a distanza di un anno dal primo studio, vogliamo realizzare un’analisi più generale e dettagliata su tali aspetti.

In tale prospettiva, il Report #TRASPARENZA è dedicato alla rilevazione, comparazione ed esame dei risultati scaturanti dal monitoraggio dei siti web delle PA italiane, per verificarne la conformità agli standard definiti neldecreto legislativo n.33/2013, in base ai risultati forniti dallo strumento “La Bussola della Trasparenza” che pubblica periodici aggiornamenti sullo stato di attuazione della trasparenza online.

In particolare, sono stati esaminati gli ultimi aggiornamenti periodici indicati dal monitoraggio del 19 ottobre 2014, del 21 dicembre 2014, del 11 gennaio 2015 e del 18 gennaio 2015 in modo da analizzare le concrete dinamiche del processo di adeguamento dei siti web istituzionali agli obblighi minimi previsti dalla legge e valutare eventuali profili di miglioramento realizzatisi nel corso del tempo, soprattutto alla luce del progressivo incremento di servizi digitali erogati alla collettività, la cui concreta efficienza presuppone la preliminare configurazione di una corretta ed efficace piattaforma telematica costituita nel rispetto degli obblighi legali prescritti in materia di trasparenza.

Lo strumento della “Bussola della trasparenza” consente di monitorare in tempo reale i siti web delle PA, dando gli opportuni suggerimenti per aumentare il livello di trasparenza ed il rispetto dei requisiti normativi, mediante un sistema di monitoraggio che raccoglie, in modo automatico, i dati e le informazioni dai vari siti delle PA e consente di effettuare analisi ed elaborazioni statistiche, mediante la pubblicazione dei relativi risultati anche in formato OpenData, con la possibilità di effettuare segnalazioni, suggerimenti, auspicando la diretta collaborazione dei cittadini per studi e ricerche, funzionali a contribuire a migliorare la qualità delle informazioni e dei contenuti pubblicati online dalle pubbliche amministrazioni.

In tal senso, il Report ha analizzato e comparato i risultati del monitoraggio pubblicato dalla “Bussola della Trasparenza” raggruppando i siti web istituzionali delle PA a livello regionale, per evidenziarne le percentuali di conformità agli Indicatori minimi stabiliti dalla disciplina rispetto alla media nazionale di riferimento, in base agli ultimi aggiornamenti periodici  forniti dalla sezione “Colora la Trasparenza”, al fine di evidenziare le Regioni con le percentuali di conformità più elevate e le peggiori Regioni caratterizzate da performance di trasparenza più basse.

Facendo riferimento al numero totale di siti monitorati, in base all’ultima rilevazione del 18 gennaio 2015, rispetto agli 11129 siti web individuati, la media nazionale si attesta all’interno di una soglia che oscilla tra il 75-77% di siti conformi agli Indicatori prescritti.

Tuttavia, analizzando più nel dettaglio tali dati, emerge un rilevante divario tra Nord e Sud dell’Italia, che incide in maniera particolarmente rilevante nella determinazione della media nazionale, dal momento che i risultati migliori sono raggiunti dai siti delle PA dell’area settentrionale, mentre i risultati più negativi rispetto alla media nazionale si registrano nel contesto meridionale del paese, con gravi ripercussioni negative nella concreta predisposizione omogenea di efficaci standard di trasparenza a tutela degli utenti, da cui deriva il rischio della duplice esistenza di “cittadini digitali di serie A” e “cittadini digitali di serie B”.

Peraltro, rispetto ai risultati evidenziati dal monitoraggio in base ai dati forniti dalla “Bussola della Trasparenza”, la conformità verificata dallo strumento evidenzia soltanto l’adempimento “formale” degli obblighi previsti, sulla base di un controllo appunto formale che, pertanto, non analizza il contenuto sostanziale dei siti web monitorati, con la conseguenza che un esame del merito delle piattaforme telematiche potrebbe far emergere una situazione negativa più diffusa rispetto alle percentuali di non conformità evidenziate dalla Bussola.

La conformità dei siti web delle PA agli obblighi minimi di trasparenza e di pubblicità prescritti dal D.lgs. 33/2013 assume una rilevanza applicativa particolarmente significativa anche alla luce del recente intervento normativo realizzato con la legge dell’11 agosto 2014, n. 114 (“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari”) che realizza un importante ampliamento dell’ambito di operatività della disciplina prevista dal D.lgs. 33/2013, riconoscendo il ruolo fondamentale della trasparenza nella funzione essenziale di rendere conoscibili tutte le informazioni in possesso delle PA per rendere la cittadinanza consapevolmente informata e migliorare la partecipazione degli utenti al processo amministrativo ed istituzionale soprattutto in virtù del crescente numero di servizi ed attività oggi fruibili online.

Per tale ragione, a partire da questo articolo dedicato ai risultati aggiornati al 18 gennaio 2015, abbiamo deciso di lanciare “Il Bollettino della Trasparenza”: Ogni mese vogliamo proporvi uno specifico approfondimento dedicato al monitoraggio degli ultimi risultati aggiornati dalla Bussola della Trasparenza. In questo modo vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema e contribuire al processo di graduale miglioramento degli standard di trasparenza esistenti, fino a raggiungere il risultato finale di integrale ed omogenea conformità di tutti i siti web delle PA italiane agli Indicatori prescritti dal D.lgs. 33/2013.

 

 

Consulta l’allegato: monitoraggio-trasparenza-pa

 

 

FONTE: Agenda Digitale (www.agendadigitale.eu)

AUTORE: Angelo Alù

 

 

 

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