Verybello.it non è piaciuto a nessuno, non è piaciuto a Massimo Mantellini, non è piaciuto a Matteo Flora, non è piaciuto a Riccardo Luna, non è piaciuto a Gudo Scorza e non è piaciuto a molti altri ancora. Dopo quella che a tutti gli effetti si può considerare una falsa partenza, sarebbe utile provare ad immaginare non solo una serie di aggiustamenti – tutti già ben descritti e documentati nei post linkati più su – ma anche un rilancio del sito e dei contenuti che espone.
Nel disclaimer di verybello.it si legge “1000+ Eventi culturali organizzati per tipologia, periodo e luogo. Un linguaggio immediato e visivo, un nuovo modo di raccontare la nostra offerta culturale”. Quindi al di là della resa grafica, del sistema di navigazione, del naming poco felice, Verybello.it è prima di tutto un prezioso database. Si legge sulla prenotazione che Expo2015 fa del portale che “VeryBello è un progetto che ad oggi ha raccolto 1300 eventi in tutta Italia”, cioè una consistente banca dati costruita attraverso uno sforzo redazionale e immediatamente disponibile. Perché quindi non valorizzare sin da subito i contenuti di questo nuovo progetto MiBACT esponendoli in formato aperto e dando a chiunque la possibilità di riusarli?
Per altro proprio il MiBACT ha già condotto con dati.culturaitalia.it un’importante esperienza sul tema dei dati aperti, esponendo i dati del portale CulturaItalia in un formato aperto e strutturato come l’RDF e rendendoli interrogabili attraverso un endpoint SPARQL, che garantisce il massimo riuso da parte di ogni sviluppatore. Inoltre il MiBACT espone e raccoglie i dati sugli eventi culturali italiani secondo uno standard di metadati già consolidato, che potrebbe essere lo schema di riferimento sia per altri enti pubblici che vogliono continuare ad alimentare la banca dati del MiBACT che per i soggetti privati che ne avrebbero tutto l’interesse. In fine, sempre presso il MiBACT, è presente il Laboratorio per il Turismo Digitale, che ha il compito di definire e favorire l’attuazione della strategia digitale per il turismo che già ospita al suo interno un gruppo di lavoro Interoperabilità dedicato proprio alla ricerca sugli standard di integrazione dei dati e dei processi digitali nel settore turistico.
La valorizzazione del patrimonio culturale e turistico italiano passa anche – e soprattutto – attraverso la promozione e la conoscenza del patrimonio stesso, in questo senso l’open data può rappresentare un contributo importante per incentivarne l’utilizzo e l’accesso da parte del più ampio numero di utenti possibile.
FONTE: Innovatori PA (www.innovatoripa.it)
AUTORE: Gianfranco Andriola