Quello che è accaduto con l’IMU sui terreni agricoli conferma, purtroppo, il distacco esistente tra mondo istituzionale e mondo reale: lo Stato che dovrebbe tutelare invece si contrappone ai suoi contribuenti.

Uno Stato che viola i principi contenuti nello Statuto dei diritti del contribuente che sancisce l’irretroattività dell’efficacia delle norme e il diritto per i contribuenti di disporre di almeno 60 giorni per adempiere a quanto previsto dalle nuove disposizioni.

Ricordiamo infatti che la norma, emanata nel novembre 2014, prevede l’applicazione del tributo IMU sui terreni agricoli per tutto l’anno 2014 e il termine di scadenza del pagamento, in origine previsto per il 31/12/2014, veniva prima sospeso al 26/01/2015 e poi definitivamente previsto per il 10/02/2015. Complimenti, due violazioni in un colpo solo!

E il Comune, dal canto suo, può solo stare a guardare assumendo le vesti di esattore per uno Stato che si è già preso i suoi soldi, relativi appunto all’IMU sui terreni agricoli, attraverso un ulteriore taglio sui trasferimenti, ben 169.000,00 euro! Si è proprio così, a bilancio 2014 ormai chiuso, lo Stato, per coprire la propria mancanza di fondi, ha pensato bene di istituire questo nuovo balzello prelevandolo intanto dai Comuni che, per forza maggiore, se li deve far restituire dai suoi cittadini.

Una particolare categoria di cittadini, gli agricoltori, che oltre la crisi, sono stati colpiti più volte, troppe volte, dalle calamità naturali. Una categoria, una nuova, che lo Stato ha riconosciuto come nuovo bancomat.

Ritengo che sia doveroso svolgere una seria riflessione sull’applicazione dell’IMU ai terreni agricoli, in un momento in cui la tutela e la salvaguardia del territorio è unanimemente considerata una priorità nell’interesse della collettività, gli ultimi drammatici eventi meteorologici ne sono la conferma. Per cui, non basta rinviare il termine di pagamento del tributo, ma occorre rivedere la norma in modo che essa non colpisca coloro che attraverso l’utilizzo dei terreni per fini produttivi si preoccupano di mantenere e salvaguardare il territorio e attraverso di esso le comunità che vi risiedono.

Vorrei vedere, quanto prima, maggior coraggio da parte del Governo nel semplificare e non complicare la vita di noi amministratori pubblici che troppo spesso siamo costretti ad essere gli esattori istituzionali di tutte le infinite complicazioni che ultimamente i cittadini si trovano ad affrontare nell’applicazione di tributi decisi altrove. Vorrei semplicemente una maggiore serietà dai piani alti della politica che ci permetta di esercitare il ruolo di amministratori locali secondo il più alto ed il più importante dei valori: la democrazia.

 

 

FONTE: Associazione dei Comuni Virtuosi

AUTORE: Rosanna Porfiri

 

 

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